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Sono Puri i Loro Sogni, di Matteo Bussola: Una stupenda Lettera (a tutti noi) sulla Scuola

Scritto da Francesco Verdosci Il . Inserito in Letteratura

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“Quando abbiamo smesso di fidarci degli insegnanti, e abbiamo iniziato a vivere al posto dei nostri figli? Essere genitori, a volte, significa fare un passo indietro”. Questo il meraviglioso, commovente, ironico ma anche serissimo dipinto che rappresenta la scuola oggi - ed il nostro rapporto con essa prima da figli/studenti e per molti di noi anche da genitori - abilmente e dolcemente tratteggiato dall’abile ars letteraria di Matteo Bussola, messa a confronto con quella di quand’era piccolo lui, di quand’eravamo piccoli tutti noi.

Matteo Bussola ha tre figlie, le accompagna a scuola ogni santo giorno, le segue nei compiti, parla con gli altri genitori e partecipa pure alle chat di classe su WhatsApp. Ha ciò che si potrebbe definire un vero e proprio osservatorio privilegiato sulla scuola ed il mondo che la anima e la circonda. Ha tutto ciò che gli serve per testimoniare che sono i genitori, più che i figli stessi, a sentirsi messi in discussione dinanzi ad un brutto voto oppure ad una nota di biasimo sul diario e cominciano a negare, anche con immotivata veemenza, l’autorità degli insegnanti. Così decide di scrivere a sé stesso ed agli altri genitori, per provare a riflettere sui sensi di colpa e le paure che si nascondono dietro la mancanza di fiducia negli insegnanti e nell’istituzione scolastica nella propria interezza.

Dal primo giorno di scuola - in cui mamme, papà, nonni, fratelli, zii o affini accompagnano in massa i bambini fino in classe scattando foto e selfie a raffica - alle raccomandazioni per la mensa, dai pidocchi che ogni anno proliferano sulle teste degli alunni generando ansie e sospetti di ogni tipo, al kit di sopravvivenza per la gita che prevede praticamente tutto tranne un gps satellitare o qualche razzo di segnalazione.

La questione posta da Bussola in quest’affascinante opera, edita da Einaudi – stile libero, è: perché abbiamo smesso di considerare la scuola un luogo in cui imparare il rispetto per noi stessi e per gli altri? Si cerca di dare una probabile risposta in questo splendido racconto che parla di come molto spesso, senza neanche accorgercene, in particolare nel rapporto con la scuola ma non solo, ci sovrapponiamo ai nostri figli per evitare che inciampino a qualunque ostacolo gli si pari dinanzi. Anche se nel profondo sappiamo con assoluta certezza che la crescita è insita nella crisi e solo facendoci da parte quanto basta possiamo aiutarli a diventare adulti (anche se saremo sempre lì pronti a raccoglierli dopo una brutta caduta, nonostante il nostro sconforto a qualunque tipo di delusione). Perché, come appunto dice lo stesso Matteo Bussola nel libro “è difficile trovare il momento in cui i genitori non hanno sentito il bisogno di mettersi a scudo dei propri figli di fronte a tutti e tutti”. Potrebbe sembrare quasi ardito dirlo ma, in fondo, “Sono puri i loro sogni” è una vera e propria provocazione che colpisce ciascuno di noi perché siamo stati e siamo tutt’ora figli ed abbiamo o abbiamo avuto genitori ed inoltre abbiamo o abbiamo avuto o addirittura siamo insegnanti.

In conclusione, Bussola realizza una bellissima raccolta di storie – le sue personali esperienze ma anche quelle delle madri e dei padri che frequenta, di sua mamma ex insegnante, degli amici docenti (ma in fondo anche le nostre) – dal tono caldo ed intimo, sua inconfondibile cifra stilistica. Storie che parlano di noi e dei nostri figli, dei loro sogni e delle nostre speranze, delle nostre paure e delle loro gioie, della loro scuola e della nostra di scuola, quella che fu. Partendo dalla sua esperienza personale, arriva a tutti noi una stupenda lettera che diverte ed emoziona e forse ci spaventa quasi, poiché colpisce dritto al cuore sviscerando la nostra paura più profonda cioè quella di: “lasciar andare i nostri figli nel mondo e permettere che compiano i loro passi della vita senza di noi”.