"Jurassic World - Il regno distrutto": creatura ibrida come il suo indoraptor
Jurassic World-Il Regno Distrutto, quinto capitolo di un franchise forte di una tradizione imponente e avvolto da un’aura leggendaria da must della storia del cinema, regna indiscusso sul trono del Box Office italiano del weekend.
Il film firmato J.A Bayona sfrutta, come i suoi predecessori, le potenzialità sbalorditive offerte dal digitale per riempire gli occhi del pubblico di azione, dinamicità e sta volta anche di sprazzi d’inquietudine.
Lungi dal voler necessariamente classificare il lungometraggio con un genere, pratica tipica di chi ama attaccare a tutti i costi etichette specificamente caratterizzanti a prodotti di narrativa, una domanda che può sorgere è: come si identifica Jurassic World-Il Regno Distrutto? Di conseguenza, cosa vuole trasmettere e qual è l’effetto che spera di ottenere su di uno spettatore?
Domande lecite, dal momento in cui la pellicola di Bayona si configura come una creatura ibrida intenta a spaventare attraverso “thrilling-scenes” che proprio quando sembrano perfettamente riuscite, si sgretolano portandosi via l’ansia e la paura appena generate, per risolversi in conclusioni nonsense, forse volte a sdrammatizzare momenti in cui si ha avuto il sospetto di aver inserito dosi troppo abbondanti di orrore.
Lo stesso genere di ingiustificata preoccupazione ha portato alla censura di alcune scene nella versione italiana del film rendendolo molto più adatto alle famiglie e attribuendogli la riduttiva funzione di appagare il desiderio infantile appartenente a genitori e bambini di vedere i propri beniamini dinosauri ancora sul grande schermo.
Nota di merito è sicuramente il nuovo scellerato villain della saga: l’Indoraptor, dinosauro ibrido agile e scattante capace di asservirsi agli scopi bellici dell’uomo grazie alle sue capacità da prestante macchina da guerra. Del resto il regista Bayona aveva dichiarato che per realizzare gli occhi spiritati e stravolti della bestia avesse tratto ispirazione da quelli dei soldati traumatizzati della Prima Guerra Mondiale, studiandone le foto in bianco e nero.
In conclusione, Jurassic World-Il Regno Distrutto riesce bene nel suo compito transitorio, fungendo da preparazione accattivante al terzo e ultimo capitolo della saga di cui è presentata una prospettiva straripante di attese, soprattutto nei confronti di storylines aperte a svariati epiloghi.