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L’Angolo del Libro di QdN Presenta: “Da Cambrianus a San Giorgio a Cremano" di Giuseppe Improta

Scritto da Francesco Verdosci Il . Inserito in Letteratura

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San Giorgio a Cremano, popolosa cittadina situata tra il mare e le pendici del Monte Somma – Vesuvio, tra i comuni più densamente popolati della regione Campania, festeggia quest’anno i 20 anni dalla denominazione di Città. E non si poteva festeggiare meglio se non dedicandole un pregiatissimo ed elegantissimo libello che ne racconta l’affascinante genesi storica.

Sicuramente San Giorgio a Cremano è nota ai più per essere stata l’amata terra natia del grande Massimo Troisi, per essere il luogo più amato dal mitico Alighiero Noschese – sia come residenza per le vacanze sia come luogo del suo ultimo riposo - e come residenza del grandissimo pittore Luca Giordano che quivi costruì, oltre alla propria abitazione tutt’ora esistente, una chiesetta ed una taverna (situate in quella zona al confine con Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio denominata “il Pittore”). Ma per quanto riguarda il termine “Cremano”, gli studi - e le speculazioni storiche - sono stati molteplici, finché l’intricato mistero che

appassionava gli studiosi napoletani d’ogni epoca non ha avuto finalmente una soluzione definitiva nella ricerca realizzata dal prof. Giuseppe Improta e pubblicata in questo interessantissimo ed approfondito saggio edito da Il Quartiere Edizioni.

Nel corso della presentazione / lectio magistralis tenutasi lo scorso 18 giugno presso la Biblioteca Comunale Giovanni Alagi di S. Giorgio a Cremano sita nella meravigliosa cornice dell’antica magione vesuviana di Villa Bruno – che vedeva tra i moderatori anche la storica Carla Vetere, il prof. Luigi Verolino (noto storico napoletano che ha dedicato e dedica tutt’ora la maggior parte dei suoi studi alle origini del suo quartiere Ponticelli) e Giorgio Zinno (Sindaco dell’omonimo comune Vesuviano) – l’autore prof. Improta ci racconta non solo della sua passione per la ricerca storica/toponomastica delle origini dei comuni vesuviani in generale e di San Giorgio a Cremano in particolare ma ci regala anche alcune tra le gustose chicche che si trovano in questo elegante libello, come ad esempio le origini Romane della cittadina: da antica Villa rustica di epoca romana, probabilmente fondata dalla gens napoletana di Quintus Maecius Cambrianus, fino alla trasformazione in Casale Medioevale e dal Medioevo fino ai giorni nostri.

Da questa scoperta deriverebbe dunque il significato originario di “Cremano” invece che dalle ipotesi avanzate fin’ora tra cui quella “mitologica” risalente all’espressione “Crematum”, con riferimento ad una lingua di lava del Vesuvio che avrebbe appunto cremato tali aree. In realtà è un falso storico poiché il territorio non fu mai completamente distrutto dalle colate laviche vesuviane. Solo quella del 1631 arrivò fino alla zona attualmente denominata Largo Arso. Il termine “Cremano” fu attribuito alla città odierna a partire dal 1500, dunque è altamente improbabile che quest’ultimo si riferisca ad una catastrofe vulcanica avvenuta 131 anni dopo.

Altra ipotesi più accreditata ma meno “mitologica” è quella – anch’essa citata nell’opera del prof. Improta - secondo la quale il termine “Cremano” fa riferimento ad un antico toponimo che indicava un’area compresa fra Portici e San Giorgio (San Giorgio nei pressi di Cremano, dunque). Ma l’ipotesi più attendibile è sicuramente quella già citata della derivazione dal cognome romano Cambrianus o Cambrano che stava ad indicare una vasta area di proprietà della gens Mecia Cambriana che tecnicamente era definita come Plagens (in latino il termine indica un territorio tra la montagna, la campagna ed il mare) e sul qual territorio, in epoca medievale, insistevano due distinti casali - Capitiniano e Sant’Aniello a Cambrano - che nel 1334 si fusero in S. Giorgio a Cambrano, il quale diventerà poi Clamano e, solo nel 1500, traslitterato in Cremano.

Come poi si arriva al culto ed alla denominazione di San Giorgio, a cui è dedicata una delle chiese più antiche di tutta la costiera napoletana del Miglio D’oro (edificata nel 1315) è un’altra chicca che potrete scoprire solo avventurandovi nelle curatissime ed elegantemente vergate pagine di questa opera magica che già possiamo senza alcuna ombra di dubbio definire come pietra miliare ed angolare della storiografia e toponomastica napoletana ed italiana nonché nuovo e definitivo punto di partenza per tutti gli studi a venire.

Buona Lettura.