L’Angolo del Libro – QdN Presenta: “Vodka & Inferno”, la saga gotica di Penelope Delle Colonne
Questa è una storia che va raccontata a bassa voce, sull'epidermide del mondo. Una strana, sanguinosa famiglia. Venezia di echi dissonanti, poi la Russia di forti abbracci. Un alchemico mistero - della vodka che da incolore e innocua diventa rosso-sangue - un maniero che ha occhi per vedere, danze di balalaike, zingari e cosacchi.
Qualcosa di macabro, grottesco, tenero e perverso, che sappia di morte, di dolore ed orrore ma anche di dolce, amaro amore. Ed infine una sola, piccola, insignificante domanda: può un vivo innamorarsi di un morto?
Benvenuti nel mondo gotico-fantasy di Penelope Delle Colonne, giovanissima scrittrice napoletana, tra le più eleganti, interessanti ed in voga del momento.
La Saga di “Vodka & Inferno” – per ora composta da un affascinante dittico composto dai volumi “La Morte Fidanzata” e “Baciami Giuda” – è l’intenso, intrigante, sanguinolento e passionale romanzo che, in un pregevolissimo “Thrilling mixage” tra Tim Burton e Lev Tolstoj, narra le vicende dei Mickalov, una nobilissima famiglia russa della fine dell‘800. Tutto comincia nel 1894 a Venezia, con l’immagine di “Frattaglia” che sta facendo la guardia ad un cadavere. La svolta della vicenda sta proprio nel personaggio di Viktor Mikcalov che in realtà è quel che si potrebbe comunemente chiamare un “non morto”.
Dopo essere morto tra le calli della misteriosa laguna veneziana, ci ritroveremo a viaggiare fino a Soroka, dentro al cuore pulsante della “Russia zarista”, per riportare in famiglia il corpo di Viktor, così che lo si possa finalmente seppellire come si conviene ad un nobile del suo alto lignaggio. La sua “resurrezione” però sarà il primo passo per far ritornare la famigli Mickalov ai fasti antichi ma è anche – e soprattutto – uno sconvolgente ed emozionante viaggio, dal ritmo serratissimo, verso l’Inferno vero e proprio: un mondo notturno fatto di mistero e morte e resurrezione, vodka e magia, sangue e sesso.
Ma al di là di tutto, la chiave della narrazione è senza alcun dubbio il vero amore, quello che va al di là di ogni limite dell’anima, del corpo e della mente, senza alcun tipo di distinzione di sorta (da notare che l’autrice riesce brillantemente – e finalmente aggiungerei - a trattare il sesso e l’amore senza alcuna remora, stereotipo e/o taboo, inserendovi la delicata tematica dell’omosessualità), arrivando fin quasi a distruggerci. Tutto ciò è magnificamente tratteggiato dall’ineffabile, incalzante ed inconfondibile stile di Penelope Delle Colonne, in quel che è uno dei racconti gotici più crudi e violenti ma anche più ricco di colpi di scena e soprattutto tra i più romantici ed eccitanti dell’ultimo decennio.