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Rifiuti e Ignoranza

Scritto da Ernesto Nocera Il . Inserito in Succede a Napoli

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Le parole di Salvini sui termo-valorizzatori hanno riaperto un dibattito surreale sulle tecnologie per il trattamento e l’eliminazione dei rifiuti. C’è da chiarire subito un equivoco lessicale: Di Maio, Costa, giornali, TV, radio e rete continuano a parlare del problema impiantistico parlando, sempre e soltanto, di INCINERATORI.

È una grave distorsione semantica. Il termine, usato scientemente, per destare paura fra i cittadini. Gli “INCINERATORI “ erano dei semplici forni in cui si bruciavano i rifiuti per trasformarli in cenere. Cioè ridurli di volume per facilitarne le stoccaggio in discarica. Erano impianti che consumavano enormi quantità di energia. Erano ecologicamente molto dannosi.

Proprio perciò furono tutti chiusi e resi illegali. Ormai da trent’anni gli incineratori sono illegali e spariti dall’Italia

Furono sostituiti da impianti di nuova concezione e con funzioni diverse: i TERMOVALORIZZATORI

Sono impianti che utilizzano i rifiuti come COMBUSTIBILE e PRODUCONO energia (Acerra copre i consumi di 160mila famiglie, A2A Brescia assicura il teleriscaldamento a mezza città).

Inoltre i vecchi incineratori erano basati su una tecnologia semplice e perciò erano spesso connessi alla camorra. I termovalorizzatori che hanno una tecnologia sofisticata soprattutto nei camini per l’abbattimento dei fumi pericolosi possono essere progettai, gestiti e finanziati solo da grandissime imprese che, per la loro dimensione, sono immuni dall’attacco di mafia e camorra. Inoltre, operando ad altissima temperatura, non consentono la formazione di diossina. Secondo il rapporto del CERN su Acerra di due anni fa alla fine del processo l’impianto immette in atmosfera solo vapore acqueo e CO2 (in misura limitata). La Lombardia ha 18 impianti simili e non ha il problema rifiuti. La bontà del termovalorizzatore è dimostrato dal fatto che le nazioni più evolute ( dal punto di vista ambientalistico ) d’Europa: Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia affidano il trattamento dei rifiuti solo a ai termovalorizzatori; trattano termicamente il 98% dei rifiuti. Il residui 2% va in discarica. Il trattamento e l’eliminazione dei rifiuti garantito da un sistema complesso di impianti. Alla base c’è la differenziazione ed il riciclo. Entrambi questi sistemi richiedono una rete di impianti dedicati che richiedono un sistema industriale dedicato al trattamento delle ricche materie prime seconde ( alluminio, vetro, legno, carta, ferro ecc) In questa rete un posto importante è quello degli impianti di compostaggio perché l’umido non può andare nei forni. Da noi la componente umida degli RSU è particolarmente elevata date le nostre abitudini alimentari.

Sono impianti semplici poco costosi e senza ricadute ambientali. Eppure anche contro di essi i talebani dell’ambiente, suoi veri nemici, mobilitano col terrore l’opinione pubblica. Da noi non ce n’è uno, assurdo.

La velocità del processo è essenziale perché, come dimostrano episodi recenti, impianti di lungo stoccaggio offrono l’occasione alla camorra di attentai devastanti.

In conclusione: solo una rete di termovalorizzatori e compositori efficienti può garantire. la soluzione del problema.

Chi viene a raccontare la favoletta della differenzazione totale e del riciclo globale che eliminerebbe la necessità di impianti termici vi dice una menzogna Non tutto è differenziabile né tutto è riciclabile. Chi lo sostiene vi sta imbrogliando.

Infine. per concludere, varrebbe la pena anche porre attenzione alle tecnologie del futuro fra cui si segnala la “ PIROGASSIFICAZIONE”, un processo chimico fisico basato sulla pirolisi 1e la trasformazione in gas naturale, facilmente stoccabile, dei prodotti della pirolisi. Esiste , a tal proposito, un interessante brevetto italiano

Scusatemi la lunghezza ma la complessità dell’argomento non consente l’uso del tweeter