“Morfisa, o L’Acqua che Dorme” di Antonella Cilento, un elegantissimo racconto fantasy ambientato a Napoli
Teofanès Arghìli, pavido e velleitario poeta bizantino che, in mancanza di storie proprie, si ostina a ricopiare quelle degli scrittori classici che più ammira, è stato inviato suo malgrado, dalle Imperatrici di Bisanzio, nella Napoli pagana e pericolosa dell'anno Mille per compiere una delicata missione diplomatica: condurre in sposa la figlia del Duca napoletano a Costantinopoli.
Al suo approdo, Teofanès - smanioso di tornare a casa, diventare famoso come ha sempre sognato e riabbracciare l'uomo che ama, Michele Psello - viene accolto da una macabra sorpresa: la testa della giovane duchessa è stata ritrovata nelle reti di un pescatore. Chi l'ha uccisa? E perché?
Ma Teofanès presto scoprirà che gli interessi confliggenti nella metropoli partenopea sono molteplici: c'è il partito di chi giura fedeltà all'Impero e quelli che invece tramano in segreto contro; ci sono i Normanni barbari ed ambiziosi, ci sono gli invidiosi Salernitani ed i potenti e rozzi Longobardi; ci sono i Mori che dalle coste siciliane risalgono il Tirreno. Ma Napoli è anche e soprattutto la città delle “femmine” - che sanno sapientemente governare anche senza gli uomini - dove le donne si dividono in partiti in contrapposizione tra chi è fedele a San Gennaro e chi invece a Virgilio Mago. Eppure, della morte della giovane duchessa il popolo incolpa una misteriosa balena che di notte popola le acque a largo di Napoli e che si dice nasconda al suo interno una bambina magica capace perfino di mutare forma.
È qui che entra in scena Morfisa, protettrice di Napoli e della creatività celata nel cuore degli umani.
E’ a lei – e ad un misterioso Uovo capace tanto di suggerire storie che di salvare Napoli - che Teofanès cercherà di rubare il segreto per diventare un grande poeta. L'avidità e l'ossessione precipiteranno Teofanès in un vorticoso, magico, intenso ed affascinante viaggio attraverso i secoli e i continenti, fino alla Napoli contemporanea sull’orlo di un’incombente apocalisse.
La nuova opera di Antonella Cilento, edita da Mondadori, è un elegantissimo e raffinatissimo racconto fantasy che, oltre ad omaggiare la città, sapientemente “tradisce” in più frangenti la veridicità storica, puntando la sospensione dell’incredulità dritta sull’epicità dei personaggi – magistralmente delineati in ben 408 pagine vergate con una scrittura che raggiunge vette di perfezione assoluta – e sull’anima ed il cuore delle loro gesta.
Certamente innegabile è che Napoli – la città in cui tutto può accadere - resta l’assoluta protagonista: descritta non solo nelle sue famosissime ed indubbie beltà ma anche come un vero e proprio polo attrattore di interessi religiosi e politici, che vedono confliggere il papato ed i saraceni, passando per i bizantini, i normanni ed i longobardi.
Dopo il grandissimo successo del romanzo tipicamente picaresco “Lisario o il piacere infinito delle donne”, Antonella Cilento – autrice partenopea D.O.C. tra le più pregevoli della narrativa contemporanea italiana ed internazionale – riesce con immensa maestria a costruire una trama dal prodigioso e finissimo ordito, che sembra più il risultato di un lavoro d’alta architettura in cui, dalle fondamenta storiche, si incastra un’impeccabile impalcatura che mescola coerentemente storie ed avventure sospese tra realtà e magia, riuscendo anche a giocare col tempo e lo spazio (tant’è che si passa dal medioevo napoletano a quello giapponese per poi tornare addirittura alla Napoli del 1980).
Buona Lettura.