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Attilio Belli: Napoli un’implosione annunciata

Scritto da Evelina Parente Il . Inserito in Letteratura

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Attilio Belli, professore emerito di Urbanistica della Federico II di Napoli, ha pubblicato per Guida Editori il suo nuovo libro, una raccolta di articoli usciti sul Corriere del Mezzogiorno dal 2016 al 2018. La raccolta ha un titolo sensazionale, e sicuramente evocativo: “Napoli. Cronaca di un’implosione annunciata”.

Nella parola “implosione”, si richiama specificamente il famoso testo di Henri Lefevre, “Il diritto alla città”, che “ha a lungo inflazionato i discorsi sui processi di urbanizzazione in tutto il mondo”, “fulminando” il lettore con un’immagine potente: quella dell’implosione/esplosione, mutuata dalla fisica. L’esplosione caratterizza il fenomeno “dello scoppio e della proiezione sul territorio di frammenti urbani, (periferie, seconde case, città satellite)”; l’implosione, invece, è esattamente l’opposto, il precipitare delle strutture interne su se stesse, dovuto all’incapacità di queste stesse strutture “di aprirsi verso l’esterno e di continuare a svilupparsi”, con criteri razionali.

Il fenomeno che caratterizza Napoli è soprattutto il secondo e oggi lo possiamo vedere più chiaramente che mai anche solo se mettiamo l’attenzione sullo spopolamento del centro storico dai suoi abitanti tradizionali, e sull’uso delle abitazioni, adesso vissute come case vacanze o B&B, da turisti di passaggio, che non possono davvero qualificare un territorio. E, in ogni caso, il turismo non può essere un fenomeno spontaneo e lasciato al caso, ma va anch’esso programmato. Il titolo scelto da Belli, è adatto sia per attirare il lettore inesperto di temi di urbanistica sulla “questione napoletana”, sia, specialmente, per richiamare il lettore esperto, sulla sensazionalità e insieme abitudinarietà della situazione urbanistica di questa città, uno stato di fatto che provoca uno stallo che pare non avere mai fine, e quindi il libro vuole fungere, soprattutto, da “provocazione”. L’intento provocatorio è ricercato dallo stesso autore per sollecitare “una mossa” alle intelligenze di questa città, partendo senza troppi preamboli dalla situazione napoletana odierna, che pure si porta dietro tanti e troppi strascichi del passato, una città ferma e stanca che pare non avere molte idee riguardo al suo futuro, al contrario di altre città italiane, prima fra tutte Milano. Napoli e la sua area metropolitana vanno ripensate. È necessario mettere in campo delle azioni utili a che si possa giungere ad una attività coerente.

A tal fine possono essere utili “comunità intelligenti” (Smart Communities), che si possano prendere carico di diffondere una conoscenza più immediata e meno settoriale dei problemi della città. L’esergo introduttivo al testo richiama due citazioni, quella di Andy Merrifield a proposito della urbanistica globale, mossa cioè dal capitale trasnazionale, che deve caratterizzare necessariamente una città globale, unico “stratagemma” perché una città e il suo territorio circostante possano essere in linea con quanto accade nel resto del mondo ed esserne lo specchio operativo; e quella di Luca De Biase che mette il focus sul futuro del lavoro e dei lavori e su quanto bisogna investire in questa direzione. Il futuro in quanto storia non ancora scritta, non capita per caso, ma perché viene programmato ovvero collettivamente pensato. Le due chiavi del testo di Belli sono quindi: un’urbanistica a scala globale e un’innovazione forte e lucidamente perseguita. Perché la Città, e quindi Napoli nello specifico, possa essere ancora la chiave dello sviluppo planetario. I napoletani , nel corso dei secoli, hanno saputo interpretare il senso della storia del mondo . Oggi , spaesati e incerti, debbono ritrovare il “metodo”, la via che li porta a guardare al futuro da protagonisti. Il testo è diviso in sette sezioni, così da essere agilmente consultabile per chi voglia iniziare a capirne di più.

 

Per saperne di più: BERARDO IMPEGNO A COLLOQUIO CON ATTILIO BELLI IN VISTA DELL’INIZIATIVA “PER NAPOLI”