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Partiti cercasi

Scritto da Francesco Miragliuolo Il . Inserito in Vac 'e Press

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Milano, 1992, alla Procura si indaga su uno scandalo che da lì a pochi anni porterà alla fine della politica ita-liana, partendo dalla distruzione delle ideologie guida del secondo dopo guerra.

Il Sostituto procuratore Antonio Di Pietro, capo del gruppo di magistrati composto, oltre che dallo stesso Di Pietro, da Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Gerardo D'Ambrosio, Francesco Saverio Borrelli, Ilda Boccassini, Armando Spataro (quello stesso Spataro a cui pochi giorni fa Salvini intimava di andare in pen-sione ndr), Francesco Greco e Tiziana Parenti. Tutti magistrati all’apice delle propria carriera, la quale pote-va solo decollare con questa indagine.

“Mani pulite”, così fu chiamata ma “iurisditctio magistralis” di Di Pietro & co.

Già a pochi mesi dalla sua inizio, Mani pulite raccolse illustri uomini d’affari e politici dell’epoca, tra tutti uno era quello più importante; una persona che raccoglieva in se il potere e la politica: Bettino Craxi.

Di Craxi, forse più della sua governance, ricorderemo il lancio della monetine, fuori dall’Hotel Rapahel, al grido “Bettino vuoi anche queste”.

Bettino Craxi tenne un famoso discorso alla Camera il giorno della fiducia al Governo Amato I, dove affer-mò: “Non credo che ci sia nessuno in quest'aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incarichereb-bero di dichiararlo spergiuro.” Questo stesso discorso venne in seguito giudicato “onesto” dal dott. D’Ambrosio ndr.

Mani pulite portò alla fine della Repubblica dei partiti, dove a dominare erano gli uomini politici o le idee?

A distanza di anni, dove il giustizialismo dipietrano va ad esautorare il dibattito politico, trovando la sua massima effige in quei grillini, perfettamente a loro agio nei panni di giudici, ma meno in quelli di inquisiti.

I partiti cessarono di essere quelli di aggregazione e con essi terminarono quelle ideologie che avevano fatto pensare “di poter portare al potere la fantasia”, come insegna Vasco in una famosa canzone.

Mani pulite, non è terminato, anzi ha continuato a perpetuare nel tempo, attaccando non i colpevoli dei reati, ma i partiti!

Fu così che in Italia morirono la DC, il PSI e il PCI. Morirono senza essere mai sostituiti, e forse per questo che la gente li rimembra ancora con tanta passione…

Di Pietro non fece del suo processo una battaglia morale, ma una battaglia politica, silurando quest’ultima che in seguito l’avrebbe silurato a sua volta qualche decennio dopo. Gli scherzi della vita direbbe un tal Mat-teo di Rignano sull’Arno, che da “rottamatore del Senato” ci è finito dentro.

La fine di partiti avvenne con la fine del pluralismo politico e con l’avvento di quel finto bipolarismo.

Eppure Mortati, nell’articolo 49 della Costituzione , aveva ben sintetizzato la sua filosofia politica, in cui i partiti politici non sono la casa dei leader, ma una comunità che mira a costruire una proposta, una naziona-lizzazione della masse, il tutto all’interno della Costituzione materiale.

Ancora di più, il comma 2 dell’articolo 3, rimarca l’importanza della politica, attraverso quel principio di eguaglianza sostanziale. Un tempo in parlamento sedevano gli operai, come Longo storico leader del PCI, e tutto ciò era possibile grazie alle scuole di partito e ai finanziamenti, che la sinistra ha stupidamente abolito, anziché rafforzare i controlli.

Allora la crisi della democrazia rappresentativa di Giddens, dove i partiti sono incapaci di rispondere ai biso-gno delle persone, può essere spiegata soltanto attraverso un’attenta analisi di Mani pulite, dove gli imputati non erano i corrotti o i chicchessia, bensì le ideologie e i partiti, oggi prigionieri di quel giustizialismo politi-co, che non sta per equidistanza tra capitalismo e comunismo come affermava il Presidente argentino Perón, bensì piuttosto sta per politica dell’odio, mascherato dalla volontà di fare giustizia. Insomma, un po diverso dal principio di legalità.

Dunque già che pensare a quale padre processare o arrestare, liberiamo la politica dalle catene del giustiziali-smo e ritorniamo ad essere padroni della cosa pubblica!

Tags: forza italia