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Cose da pazzi versione Parlamento italiano

Scritto da Francesco Miragliuolo Il . Inserito in Vac 'e Press

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Mentre il 2018 volge al termine, succedono cose strane in quel di Roma, presso i Palazzi del potere della politica italiana.

L’uomo dei popcorn, Matteo Renzi, dopo aver rottamano la sinistra ha deciso di rottamare anche Alberto Angela, e, visti i risultati, sembrerebbe anche Maurizio Crozza; che non voglia anche rottamare Pippo Baudo alla conduzione del prossimo Festival di Sanremo? Chissà…

Intanto la sinistra fa opposizione applaudendo il gigante Crosetto, presidente di Fratelli d’Italia, che sarebbe quel partito un tantino vicino alle posizioni del Movimento Sociale Italiano, che fu di un tale Giorgio Almirante. Insomma, quel applauso avrebbe fatto sì che Gramsci si strappasse i capelli dal capo, per poi lanciarli in testa a Padoan, di certo non famoso per la sua folta capigliatura.

Altra cosa che ci lascia di sasso e che, ad erigersi a protettore della democrazia partecipativa, sia un esponente di quel partito che un tempo con Berlusconi ne aveva -volendo utilizzare una frase un po anacronistica- un covo di bivacchi e clientele.
Ancora più stupefacente è che il Governo del cambiamento abbiano confinato il Parlamento al ruolo di notaio dei notabili Salvini e Di Maio, gli eroi del calarsi i calzoni, dinanzi ad un Junker che esce vittorioso come mai nella partita contro i sovranisti.
Poi c’è lui, il vero eroe del governo, quello che tutto sopporta con pazienza e benignità. No, non parlo della carità di San Paolo, bensì di Giovanni Tria, quello che da settembre ha letteralmente cercato la carità all’UE.

Dopo aver evitato la procedura d’infrazione, anche scapito di dimezzare le risorse per mantenere le promesse elettorali dei due partiti di governo, la persona del ministro di via XX settembre esce molto rafforzata, assieme a quella di Giuseppe Conte, il presidente che per una volta ha la meglio sui due bambini che litigano.
Ma intanto, dopo aver vinto la partita in zona cesarini, si affaccia lo spettro dell’incostituzionalità dovuta ad un conflitto di attribuzione.
Infatti, il comma 4 dell’articolo 72 parla chiaro: “La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi.”

Di conseguenza, la decisone di utilizzare la questione di fiducia, ai sensi dell’articolo 5 della legge n. 400/1988, potrebbe essere un problema. Di fatti, è già stato presentato in Corte Costituzionale un ricorso. C’è un abuso da parte del governo: quello di aver bloccato la discussione sul bilancio, una legge fondamentale per uno Stato (semi)sociale come il nostro.
Intanto si prospetta un inverno di tempesta per il Governo, è bene che Conte e i suoi marinai si preparino, perché mai stagione fu più buia.
Per il momento, onde evitare che la sinistra finisca per invitare Berlusconi alla prossima festa de l’Unità, consiglio di togliere il vino da tavola.
Per ora buon anno a tutti!