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Un’immersione nell’arte e nella storia del Borgo dei Vergini

Scritto da Vitaliano Corbi Il . Inserito in Succede a Napoli

borgo vergini

Le realtà, piccole o grandi che siano, dense di storia, di cultura e di arte non mancano di certo a Napoli e in Campania. Alcune, necessariamente, devono essere riscoperte, conquistate con tenacia e con la pazienza di chi sa aspettare, non passivamente in compagnia della disillusione, ma lavorando con la speranza cosciente che il gioco vale tutta la candela.

Il Borgo dei Vergini, con i suoi luoghi simbolo, fa parte di una di queste realtà che da anni attraversano un percorso di splendida rinascita, aprendosi alle sete di conoscenza delle persone, divenendo spazio di ricerca e produzione artistica, grazie all’attività di associazioni come SMMAVE e VerginiSanità.

Il 28 dicembre si è tenuta una visita straordinaria nel quartiere che è cuore pulsante della città partenopea, da sempre osservato da cittadini e turisti con un’ammirazione profonda che può nascere soltanto da pochi luoghi, contraddistinti da caratteristiche realmente uniche, a buona ragione predati dagli occhi umani dei fotografi e dei registi in cerca di ispirazione, e da quelli artificiali delle loro camere.

Il percorso si articola fra la Chiesa di Santa Maria della Misericordia e l’Acquedotto Augusteo del Serino, entrambi “riemersi” da un lungo e abile recupero portato avanti dalle associazioni, e resi visitabili oggi.

La chiesa detta la Misericordiella, di probabile fondazione trecentesca fu ricostruita e ampliata più volte nel corso dei secoli. Nella prima metà del 1700 la congregazione di nobili istituita da San Gaetano fece ristrutturare il complesso, arricchendolo di opere d’arte dei più bravi artisti napoletani ed erigendo due monumenti funebri: uno a Gennaro Mascabruni e l’altro a Domenico de Liguori, entrambi membri e benefattori della Confraternita.

Grazie al lavoro volontario dell’associazione SMMAVE sono stati rinvenuti anche i due “giardinetti” per l’inumazione dei defunti.

Al di sopra dell’altare invece spicca un affresco raffigurante la “Pietà”, probabilmente di Leonardo Olivieri (prima metà del 1700).

L’Acquedotto Augusteo del Serino risalente al 10 d.C., è uno dei più imponenti del mondo antico, riscoperto nei sotterranei del Palazzo Peschici Maresca in via Arena Sanità.

Al termine della visita è stata la cultura vinicola del borgo a far da padrona e a rivelarsi al pubblico con una degustazione di vini, il cui sapore si fa emblema della tradizione artigianale della nostra terra.

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