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“La Maledizione dell’Acciaio”, di Oreste Ciccariello

Scritto da Francesco Verdosci Il . Inserito in Letteratura

VERDOSCI

Comincia decisamente col botto il nuovo anno editoriale della Rogiosi Editore che lo scorso 14 gennaio, nella splendida cornice del salone del Gran Caffè Gambrinus di Napoli, ha presentato alla stampa ed al numeroso pubblico “La Maledizione dell’Acciaio”, opera prima dell’attore ed autore partenopeo Oreste Ciccariello, nata da un’idea dell’oramai affermatissimo duo comico Gigi & Ross (noti presentatori, imitatori ed amatissimi showmen di grandi successi televisivi, sulle reti Rai e Mediaset, come Made In Sud, Sbandati e la mitica serie dei format Mai Dire…. ideati dalla Gialappa’s Band).

Questa folgorante opera prima tratta in modo visionario e decisamente inedito (e finalmente aggiungeremmo) la dolorosa storia e la disperata vita del quartiere Bagnoli e del suo rapporto con lo stabilimento dell’Italsider: lì dove le torri delle ciminiere spiccavano a graffiare il cielo azzurro di quello che una volta, negli anni ’30, era un quartiere senza alcun dubbio straordinario tanto da divenire meta balneare ricercatissima dall’Elite partenopea e non solo. Dopo la sua costruzione proprio su quel lungomare così amato e dopo la sua triste dismissione, qualche ciminiera dell’enorme acciaieria dell’Italsider era saltata via verso la fine degli anni ’90 ed ciò era parso subito quale preludio concreto di una meritata rinascita ancora di là da venire. Ma Il mostro d’acciaio è ancora là, gigantesco ammasso d’acciaio deturpatore di un panorama e di un quartiere di cui si continua ad auspicare la definitiva nonché dovuta bonifica.

L’eterna lotta contro il male, contro il buio, contro l’arido è troppo spesso ad armi impari quando sei solo un pizzico di bene, una fioca lucina, un piccolo angolo di mare. Se il male, il buio e l’inferno vengono confinati all’interno di un enorme ecomostro d’acciaio e tu sei solo un piccolo uomo, la battaglia è già persa in partenza. Anche se resti inerme, però, non sopravvivi, perché il mostro ha troppa fame. Quindi vale la pena combattere.

Così fa il nostro protagonista, Massimo Mancini, quando decide di affrontare l’Italsider, l’avvelenato ed avvelenante mostro d’acciaio di Bagnoli che gli ha portato via il padre. Massimo lo fa con le armi dell’uomo comune, studiando per laurearsi ed entrare nella commissione di bonifica dell’Italsider. Ma è proprio entrando nelle viscere del mostro che scoprirà indicibili segreti, inimmaginabili complotti e l’orrenda maledizione che gli cambierà la vita: l’acciaio avvelenato che gli entrerà fino a dentro le ossa, facendolo sentire al contempo mai così vivo ed irrimediabilmente morto. Una fatale maledizione che gli darà, forse, la forza per combattere finalmente ad armi pari contro il mostro di acciaio e contro i tantissimi altri mostri di carne e ossa generati dall’Italsider stessa. In un susseguirsi di rivelazioni, colpi di scena, amicizie rovinate e amori mai finiti, e nella cornice di una straordinaria e maledetta Bagnoli, finalmente Massimo Mancini accenderà una luce accecante nel buio.

Ai margini della partecipatissima presentazione del libro svoltasi al Gambrinus - alla quale hanno partecipato e sono intervenuti anche il magistrato Catello Maresca e l’editore Rosario Bianco - l’autore Oreste Ciccariello (giovane attore classe ’93 e colonna portante del trio comico i MalinComici”) ci spiega che: ”La storia ha una base assolutamente reale, in un mondo del tutto reale in cui si sente e si vede e si vive il degrado che ci circonda, ma è anche la storia di un vero e proprio supereroe. Il protagonista Massimo Mancini è infatti un supereroe che, esattamente come tutti i supereroi dei fumetti e film della Marvel e della DC Comics, ha nome e cognome con le stesse iniziali ma invece che muoversi per le strade di New York, Metropolis o Gotham City, si aggira per i vicoli e le spiagge di Bagnoli ed invece che combattere contro il Joker o Pinguino ed il Doctor Octopus, combatte contro un mostro forse ancora più terrificante: l’ecomostro Italsider e lo fa con tutto se stesso per amore del suo territorio ma anche perché il mostro d’acciaio ha influito ed influisce costantemente sulla sua vita, portandogli via pezzi d’amore e di cuore.”

Come ci raccontano Gigi & Ross, che sono stati gli ispiratori del soggetto di quella che possiamo dire essere già entrata di diritto tra le opere prime più intriganti, innovative e visionarie del panorama letterario partenopeo: “Il titolo sarebbe dovuto essere ‘Fino alla fine’. Questo proprio perché, come ha già ben specificato Oreste Ciccariello, nel romanzo si percepisce nettamente tutta la voglia di rivalsa, la forza sia fisica ma soprattutto di volontà e di resistenza. Gigi e io stavamo lavorando alla sceneggiatura di questo lavoro e proprio in quel periodo c’è stato l’incontro con Oreste che ci ha proposto di farne un romanzo. Abbiamo accettato subito e così nasce‘La maledizione dell’acciaio’, un libro che trova la sua anima della verità e nelle battaglie senza resa, perché se una cosa è più forte di te può sconfiggerti ma vale la pena lottare fino alla fine, senza fermarsi davanti agli ostacoli e senza darla subito vinta all’avversario».

Caratterizzato da un estremamente reale, venefico ma anche salvifico sapore di acciaio, e da atmosfere fantastiche, intensamente cupe e sfiziosamente disturbanti – che squisitamente rimandano a graphic novel di successo come Watchmen e V Per vendetta del britannico Alan Moore e che sono descritte con grande maestria tramite una scrittura quanto mai audace, efficace ed estremamente evocativa – “La Maledizione dell’Acciaio” colpisce letteralmente nel segno, allo stomaco ma anche e soprattutto all’anima ed al cuore dei lettori. Un libro decisamente imperdile.

Buona Lettura.