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La Menzogna con Serena Autieri e Paolo Calabresi al Teatro Diana

Scritto da Vitaliano Corbi Il . Inserito in Teatro

Serena Autieri e Paolo Calabresi

Dal 01 al 12 maggio è in scena al Teatro Diana di Napoli lo spettacolo "La Menzogna" con la regia di Paolo Maccarinelli e la dirompente presenza di un'attesissima Serena Autieri al fianco di Paolo Calabresi.


Si tratta di una commedia puramente contemporanea, scritta da Florian Zeller, ma focalizzata su temi immortali quali il desiderio, la costruzione di sè e primo fra tutti l'ostico concetto di verità, dalle innumerevoli sfaccettature e oggetto di articolati saggi.


"La Menzogna" si apre con i preparativi ansiosi di una cena organizzata in casa che vedrà riunirsi due coppie di amici, all'apparenza sereni e senza scheletri nell'armadio, più avanti esplicitamente privi di trasparenza e intenti in ogni frase pronunciata a mettere sù una rappresentazione deviata del proprio Io.
Il tradimento ai danni del partner è la costante della commedia nel suo svolgersi, ma è un tradimento che nessuno sembra davvero confermare, di cui allo spettatore non sono mai mostrate prove schiaccianti o atteggiamenti manifesti da parte dei protagonisti.


La sensazione imperante è che non esista una parte offesa e un carnefice, ma quattro inermi vittime, succubi del proprio gioco e di quello altrui, impegnate a dimenarsi per dimostrare la propria innocenza e l'attimo dopo a svolgere il ruolo più narcisista dell'inquisitore.


È alla fine del V secolo a.C che nella Grecia classica la verità inizia a essere concepita come un problema. Il sociologo Michel Foucault nelle Lezioni tenute a Berkeley nel 1983 si pone l'obiettivo di ricostruire la storia di questo concetto, attraverso la sua problematizzazione, con un'analisi filologica.
Foucault si concentra specialmente su una parola: parresia, ovvero "dire tutto", "ciò che viene detto tutto".


Il parresiastes è quindi colui che dice tutto ciò che ha in mente con coraggio e aprendo il cuore e la mente agli altri attraverso il suo discorso.
Il primo passo che compie questa figura è di sbarazzarsi di qualunque forma retorica atta a nascondere ciò che pensa.
Adoperando una chiave di lettura foucaultiana dello spettacolo "La Menzogna", potremmo definire i personaggi nati dalla penna di Zeller degli ottimi anti-parresiastes, strabordanti di retorica e troppo poco coraggiosi per liberarsene, fautori di autentiche bugie al punto da non risultare credibili nel loro successivo chiedere perdono, impossibile da concedere da parte degli spettatori ma in realtà facile da conquistare tra loro stessi, infondo perchè similmente fragili per quanto comici.