Europee 2019. Per un’Europa unita e democratica
Nella breve storia delle elezioni del Parlamento europeo credo che le prossime rivestano un’importanza particolare. Votando determineremo la composizione dell’Assemblea e, contestualmente, daremo anche un’indicazione di capitale importanza per il futuro dell’unità europea e i valori che l’animeranno. Unità e valori che, negli ultimi tempi, sono messi in discussione da emergenti forze sovraniste (Sovranismo è la nuova etichetta del nazionalismo che, nel recente passato, tanti danni ha fatto all’Italia e all’Europa).
Sappiamo quali sono le sfide economiche, ecologiche e demografiche che ci attendono. Sono in atto fenomeni globali complessi, pervasivi e veloci che hanno messo in difficoltà, con diversa intensità, le istituzioni nazionali e sovranazionali, Europa compresa. Essi hanno condizionato positivamente importanti aspetti della nostra vita ma, purtroppo, anche provocato fenomeni negativi come l’aumento delle disuguaglianze, l’impoverimento relativo di ampie fasce della popolazione e l’accentuarsi dei fenomeni migratori.
Come uscirne? O meglio, come affrontare positivamente questi problemi? Con queste elezioni abbiamo innanzi a noi due alternative.
La prima: dare fiducia a quelle forze politiche emergenti, sovraniste ed autoritarie, presenti in misura e forma diversa in tutti i Paesi dell’Unione. Scegliere, quindi, un’Europa degli Stati; che, divisi, tentano di affrontare le sfide citate; isolati dagli egoismi nazionali e singolarmente deboli.
La seconda: rafforzare le forze europeiste convinti che le singole nazioni, divise o addirittura in conflitto, non potranno garantirci un futuro migliore. Quindi un’Europa coesa; unita per affrontare la competizione, a cui non possiamo sfuggire, con potenze politico/economiche come gli USA, la Russia e la Cina. E, inoltre, per governare le potenti e aggressive multinazionali che tentano di sfuggire a ogni tentativo di regolamentazione e tassazione statale.
Ralf Dahrendorf, in un famoso saggio di alcuni anni fa, “Quadrare il cerchio”, argomenta che il benessere è raggiungibile solo coniugando tre dimensioni: democrazia, coesione sociale e sviluppo economico. Infatti è la coesione nazionale (interna) e internazionale che può aprire i singoli paesi allo sviluppo economico; come ci suggerisce il buon senso e la storia economica. Sia la coesione sociale che lo sviluppo economico hanno come presupposto imprescindibile la democrazia.
Perciò è da osservare con preoccupazione l’avanzare di forze sovraniste di estrema destra.
Per esempio, nelle recenti elezioni politiche spagnole il PSOE, guidato da Pedro Sánchez, ha ottenuto un ottimo risultato (29%) ma la sorpresa negativa è stata l’affermazione (10%) di Vox, partito di estrema destra, nazionalista, anti-immigrazione e anti-femminista. Per la prima volta l’estrema destra entra nel Parlamento nazionale nella Spagna democratica. È solo un esempio, uno dei tanti sintomi di una deriva politico-culturale che vuole portare indietro le lancette della storia.
In Italia la cronaca quotidiana denuncia un malessere sociale crescente; una collettività insicura, arrabbiata e divisa. Sentimenti strumentalizzati dalla Lega di Salvini che si caratterizza sempre più come partito di estrema destra, in un clima pesante si ripetono manifestazioni di estrema destra (Forza Nuova, Casapound) con accresciuta frequenza e sfacciataggine. Tutte queste forze fanno leva su problemi ed errori reali ma, incapaci di indicare soluzioni che non siano quelle già liquidate dalla storia, li strumentalizzano e li alimentano per garantirsi una sopravvivenza politica.
Inoltre sono da denunciare, anche in questi giorni, forme manipolatorie del consenso: Facebook, in seguito alla segnalazione del movimento cittadino Avaaz, ha chiuso pagine che condividevano informazioni false e contenuti divisivi; molte a sostegno di Lega o M5S. Sono tecniche di marketing occulto, tese a persuadere piuttosto che a informare, che rendono più difficoltosa la scelta elettorale. Ma i cittadini attenti e responsabili sono consapevoli dell’importanza di questo voto: è in gioco il nostro futuro!
Il 26 maggio ricorrono i 33 anni della bandiera europea; la coincidenza sia di buon auspicio per l’affermazione delle forze europeiste. Solo loro, consapevoli della necessità di seri cambiamenti, responsabilmente saranno capaci di lavorare per il benessere dell’intera Europa in un contesto democratico e unitario.