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Elezioni europee, la svolta per un’Europa più bella

Scritto da Francesco Miragliuolo Il . Inserito in Vac 'e Press

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Domenica si voterà per eleggere i membri del nuovo Parlamento europeo, in totale sono 751 membri provenienti da tutti i paesi dell’Unione.
Lo storico tedesco Heinrich August Winkler, in un suo libro, ci spiega di come fu Mitterand a imporre ai tedeschi appena riunitosi di entrare nell’UE e nell’Euro, poiché temeva che si potesse ricominciare con il colonialismo europeo, perpetuato dalla Germania nel secolo scorso.

Sappiamo cosa è accaduto, infatti con l’Atto Unico Europeo, è nata l’Unione Europea, una confederazione di Stati, che sono chiamati a cooperare per la pace e lo sviluppo dei popoli.
Ovviamente tutti questi Paesi hanno dovuto cedere a questo organismo sovranazionale un pezzetto della propria sovranità, soprattutto in ambito economico, così come abbiamo potuto fortemente notare dal 2011 ad oggi.

Purtroppo, però, già prima della nascita dei cosiddetti “sovranismi” (questa parola non è altro che un intercalare di nazionalismo ndr), l’Unione Europea è entrare in crisi, subendo delle profonde lacerazioni, dovute anche alla c.d Troika, quell’organismo che ha avuto il compito di monitorare la crisi dei debiti sovrani, cercando di evitare un’insolvenza degli Stati che si trovavano in crisi.

Quando sentiamo questa parola, non possiamo fare altro che collegarla ad altre sue parole: Grecia e austerità.

E sono proprio queste ultime parole, a dare inizio alle profonde lacerazioni che sono culminate con il referendum sulla Brexit.
Il peso dell’austerità ha fatto emergere la debolezza del sistema Europa, ora messo a rischio da Salvini & Co., aggiungiamoci che al vertice della Commissione abbiamo personaggi noti per non aver sempre voluto rispettare le regole europee, ed esce fuori una chiara equazione.

In questi anni non sono bastate le interpretazioni flessibili dei trattati date da Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea, e dalla Commissione Junker.
Mario Draghi ha dato vita al “quantitative easing” un meccanismo attraverso il quale il Presidente della BCE comprava i titoli di Stato dei Paesi membri al fine di evitare la speculazione degli investitori. Pertanto, il presiedere Draghi sarebbe in causa con la Germania, con l’accusa di aver violato i trattati.

Ebbene alla vigilia di questo voto importante per i destini di tutti, soprattutto per i risparmi, la domanda che attanaglia i partiti europeisti è: come cambiare l’UE?

In un mio precendete articolo ho sostenuto il bisogno di avviare un processo di democratizzazione, iniziando col modificare la forma di governo europea, abbracciando appunto, una forma di Governo neoparlamentare, dove il Parlamento è sovrano.
Inoltre, occorre dare al Popolo la possibilità di eleggere un’assemblea Costituente al fine di scrivere una Costituzione Europea, diversa però, dallo Statuto concesso dagli Stati nel 2004 e bocciato dai Francesi, poiché occorre una svolta pro Keynes, abbandonando questa visione neoliberista, causa dei mali europei.

Pertanto, bisogna fare in modo che la Banca Centrale Europea, oltre che un ruolo di controllo, possegga anche dei poteri che gli consentano di partecipare allo sviluppo dei Paesi, in più occorre abbandonare la visione del pareggio di bilancio e fare anche in modo che gli investimenti a favore della spesa pubblica, soprattutto quelli riguardante i diritti sociali, non vengano conteggiati all’interno del debito.

Uniformare gli ordinamenti giuridici è un passo ancora più lungo e lento, poiché ci sono stati di civil law e altri di common law, e pertanto occorrerà nominare un’apposita Commissione di studio, che si occupi di unificare gli ordinamenti, cercando d prendere spunto dai Paesi di civil law, i quali in campi come la lotta alle mafie hanno una legislazione sicuramente più avanzata.

Ovviamente tutto questo non è facile, però è una proposta per salvare l’Europa, superare l’etnocentrismo sovranista e creare una identità Europea ed europeista.