Un po' di storia del teatro napoletano (prima parte)
In epoca romana esistevano due teatri (dove si esibì Nerone e Claudio fece rappresentare un suo testo).
In seguito, la vita teatrale napoletana fu quasi inesistente per oltre un millennio, sino all'avvento della dinastia aragonese che, dalla fine del XV secolo, applaudì feste e trionfi, ma anche elaborati spettacoli su testi del Sannazaro e le farse in dialetto di A. Caracciolo, mentre a corte e nei palazzi nobiliari attori dilettanti recitavano le commedie di Della Porta e di altri autori. Nel 1575 si costituì la prima compagnia locale di comici dell'arte, che dal 1592 poté disporre di un teatro permanente: la Stanza della Commedia. A essa altre se ne aggiunsero nel sec. XVII, tra cui particolarmente importanti la Stanza di San Giovanni dei Fiorentini (1618) e quella di San Bartolomeo (1621). Vi agivano le compagnie dell'arte e vi si esibivano spesso attori provenienti dalla Spagna. Nel Settecento, il Fiorentini e il Nuovo (aperto nel 1723) ospitarono l'opera buffa, in piena fioritura, e l'opera seria trovò la sua sede ufficiale al San Carlo (inaugurato nel 1737 e ricostruito dopo un incendio del 1816), anche se A.Scaratti e Pergolesi venivano soprattutto rappresentati al San Bartolomeo. Nel 1770 iniziò la sua attività il nuovo San Carlino, destinato a essere fino al 1884 la “casa di Pulcinella” e il più popolare teatro partenopeo. Nel secolo successivo acquistò importanza il San Carlo, grazie soprattutto all'impresario Barbaia (che scritturò Rossini e Donizzetti), affiancato dal Teatro del Fondo (1779), poi Mercadante, per l'opera comica, e dal Nuovo per l'opera buffa in dialetto. Per la prosa il teatro più prestigioso fu il Fiorentini, che ebbe a lungo una compagnia stabile d'alto livello, mentre per il pubblico popolare c'erano il San Carlo con Pulcinella e, dal 1880, il San Ferdinando (inaugurato nel 1790) con i drammoni popolari della compagnia di Federico Stella. Queste le sale più importanti, ma il panorama della scena partenopea agli albori del Novecento deve essere completato da altri teatri di prosa (il Politeama e il Sannazaro), dagli innumerevoli teatrini di terzo ordine che ospitavano gruppi dialettali, operette, spettacoli di varietà, sceneggiate, e dai numerosi 'café-chantants', tra i quali prestigiosi l'Eden e il Salone Margherita. Molti di questi teatri andarono distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Alcuni vennero ricostruiti. Tra essi il San Ferdinando, fatto riedificare da Eduardo De Filippo nel 1954.
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Un po' di storia del teatro napoletano (prima parte)