Il semipermanente è davvero così sicuro?
Ultimamente, mancano sempre di più tempo e pazienza e una delle mode entrate nelle case di quasi ogni donna, è lo smalto semipermanente: più economico del gel, meno invadente perché più sottile e di durata conveniente, che varia dalle due alle quattro settimane.
Certo è una comodità avere le mani sempre ordinate, poter andare dall’estetista senza aspettare i lunghi tempi di asciugatura di uno smalto normale e non essere costrette a cambiare lo smalto dopo pochi giorni.
Ma lo smalto semipermanente, è davvero così sicuro per la nostra salute?
Recenti studi, hanno dimostrato che ad essere pericolosi non sono gli smalti in se e per se, ma le lampade usate affinché questi smalti possano avere un’asciugatura rapida e una durezza tale da consentire durata e fissaggio dello stesso.
La polemica è iniziata qualche anno fa, dopo alcune domande poste sui social da chi iniziava ad accusare qualche sintomo negativo.
Il vero problema quindi, sono gli indispensabili raggi UV, di cui non è possibile regolare la potenza, cancerogeni e simili alla lampada abbronzante o ad altri raggi elettromagnetici, di cui già si erano documentati i danni sulla pelle.
Quindi, se le unghie sono quasi salve (giacché i solventi aggressivi, la colla acrilica e la limatura delle lamini ungueali fanno comunque male), non possiamo dire lo stesso della pelle che bisognerebbe proteggere mediante l’uso di guanti o di attrezzature specifiche in grado di limitare la pericolosità della lampada.
Tuttavia, secondo la Georgia Regents University di Augusta (USA), non solo possono provocare malattie gravi come il cancro ma possono anche arrecare problemi di non poco spessore al DNA. Bastano 12 applicazioni di smalto per aumentare il rischio di sviluppare tumori specialmente cutanei.
Non tutti sono della stessa opinione ma non bisogna sottovalutare i rischi ed è necessario porsi qualche domanda: vale davvero la pena? Non è meglio aspettare qualche minuto in più e ritornare ai prodotti tradizionali?
Purtroppo, oggigiorno non si è sufficientemente informati a causa degli scarsi studi ed è difficile associare (con fermezza e sicurezza) ad un trattamento del genere una vera e propria pericolosità poiché ancora molti pro e contro devono essere accertati dagli enti competenti.