Lutto nella cultura: addio a Francesco Durante
La mattina del 3 agosto è scomparso a Capri all’età di 66 anni il giornalista, scrittore, critico e direttore artistico del festival della Letteratura di Salerno Francesco Durante.
Egli nacque ad Anacapri il 25 settembre del 1952 ma visse la sua infanzia e la sua adolescenza in Friuli, a Pordenone, per poi laurearsi in Letteratura Italiana all’Università di Padova.
Il 1974 fu l’anno in cui il giornalista diede inizio alla sua carriera, scrivendo per il «Messaggero Veneto», prima e per il «Piccolo di Trieste», poi.
Nella sua tanto amata Napoli lavorò al «Mattino», dove è stato cronista, inviato ed editorialista.
Insegnò in diverse università e dal 2013 fu nominato direttore artistico al Festival Salerno Letteratura.
Detentore di una prosa tra le più belle in circolazione: elegante, sinuosa e, al contempo, aderente alla verità delle persone e delle cose, sapeva raccontare terremoti, romanzi e scrittori, come fece per «Grazia», «D» di «Repubblica» e «Corriere del Mezzogiorno». L’intera vita di questo grande uomo è sempre stata dedita al giornalismo e all’editoria, tant’è vero che fu al fianco di Leonardo Mondadori nell’ audace avventura della casa editrice «Leonardo», alla fine degli anni ottanta.
Durante riprese in questi anni Philp Roth e fu tra i primi a contemplarlo come tra i maggiori scrittori americani. Riportò in vita Don Mimì (Domenico Rea), spronandolo a scrivere «Ninfa plebea», romanzo che vinse lo Strega ma che, soprattutto, riuscì a far riaffiorare archeologicamente una civiltà intera.
Amante della musica, Durante, formò una band di cui era il frontman, che fu la vedetta di un locale del posto fino a quando venne spodestato da un nuovo gruppo. Cantava con voce da crooner. Cavalli di battaglia: i Beatles e Cat Stevens.
Il suo stile da crooner è all’interno del più bel libro scritto in questi anni su Napoli, sulla sua meraviglia e la sua dannazione, che intitolò genialmente e laconicamente Scuorno.
Portò, inoltre, per primo in Italia Bret Easton Ellis e Don DeLillo, scoprì e propagandò John Fante e gli altri italoamericani.
Un uomo speciale, punto di riferimento per gli intellettuali, gentile, profondo, rigoroso e sempre sorridente.