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La Scuola di Posillipo: la luce di Napoli che conquistò il mondo in mostra al Maschio Angioino

Scritto da Francesca Ciampa Il . Inserito in Mostre

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Fino al prossimo 2 Ottobre sarà possibile visitare, gratuitamente, la mostra dedicata alla “Scuola di Posillipo. La luce di Napoli che conquistò il mondo”. L’evento, a cura di Isabella Valente, sarà accessibile dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18.00 e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 presso la Cappella Palatina del Maschio Angioino in Piazza Municipio a Napoli. L’ingresso gratuito è indipendente dal biglietto del Castello e prevede visite guidate a cura degli storici dell’arte dello staff della mostra.


L’evento rientra nell’ ”Estate a Napoli del Comune” ed è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, patrocinata dal Dipartimento di Studi Umanistici, nonché organizzata dalla Mediterranea Associazione culturale.

L’evento rappresenta un’esposizione unica, la più grande organizzata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Durante questa occasione verranno esposte circa 70 opere pittoriche inedite, proveniente da collezioni private. Ogni dipinto rappresenta l’excursus storico dell’evoluzione della città partenopea, dei suoi paesaggi e del suo fascino che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.

Di questi 74 dipinti, l’evento dedica una piccola sezione a come si è evoluta la pittura paesaggistica dopo la scuola di Posillipo mediante l’esposizione della corrente artistica pittorica della seconda metà del secolo.

La mostra accoglierà le produzioni pittoriche di Dahl, Carelli, Gigante, Smargiassi, Candido, Fergola, Remond, Collins, Vianelli, Pitloo, Scedrin, Vervolet e tanti altri. L’obiettivo è quello di concedere, a turisti e concittadini, la possibilità di riconoscere alla città un rilievo internazionale ma soprattutto di ricostruire l’evoluzione di un panorama unico in tutto il mondo.

L’evento permetterà di avvicinare il fruitore alla pittura paesaggistica che vede l’artista sempre più legato al territorio e meno al proprio studio. A partire dai primi anni dell’Ottocento, infatti, possiamo parlare di pittura “plein air” secondo cui l’arte non ha più un valore decorativo ma, grazie anche a numerose opere di autori stranieri, acquista una declinazione narrativa, storica e scientifica.

Da questi dipinti nasce la cosidetta “pittura dal vero” che getterà le basi per un maturo realismo. La produzione artistica acquista una nota illuminista al fine di farsi garante di una documentazione oggettiva di ciò che viene appreso durante il Grand Tour, viaggio di formazione aristocratica.

Le tecniche utilizzate sono le più disparate: dai fogli di carta applicati alle tavolette alle tele ad olio, dalla grafite alla china, dall’acquerello alla tempera. Qualsiasi possa essere l’esecuzione, fondamentale era il fine da raggiungere: restituire al fruitore l’impatto che il paesaggio aveva esercitato sull’osservatore.