Lo Stato Informatico ed il centrosinistra
Riceviamo e pubblichiamo una nota di un giovane militante di sinistra, liceale dei paesi vesuviani, che prova a lanciare un monito sulle nuove tecnologie e sul loro potere di censura. La Redazione
Se è vero -ed è vero- quando diciamo che tra i problemi del centrosinistra ci sia anche la necessità di rimodernarsi ed aggiornarsi sulle nuove tematiche che riguardano la società moderna e le tecnologie è pure vero che non bisogna limitarsi alle sole parole fatte, ma discutere seriamente dei nuovi argomenti e trovare le soluzioni a questi problemi.
In particolar modo intendo soffermarmi sulla questione della censura mossa da Facebook su diverse pagine satiriche - Hipster Democratici e Socialisti Gaudenti tra i più noti - , solidali - nel caso di alcune pagine a sostegno della popolazione curda in Siria - , e più recentemente dei Giovani Democratici del Piemonte senza particolari comportamenti scorretti mossi sul social da parte delle vittime.
Il logaritmo che dovrebbe contrastare atti di discriminazione e di incitamento all'odio colpisce poi pure su YouTube.
A farne le spese è il canale comico di Nocoldiz, tra i più noti in Italia (a questo punto si capisce che questo logaritmo che non sa distinguere il bene dal male, dunque non funziona).
Abbiamo visto anche con lo scandalo di Cambridge Analytica quanto il marchio di Zuckerberg sia diventato in poco più di dieci anni incredibilmente potente, capace di contrastare uno Stato sovrano.
Zuckerberg non ha semplicemente dato vita ad un socialnetwork, Facebook ed Instagram, ma anche YouTube e tutto il resto possono essere identificati come un vero e proprio Stato Informatico, sparso su tutto il Pianeta e con leggi tutte sue.
Bisogna intervenire al più presto su un mondo completamente intoccato dalla politica - quello dell'informatica e della tecnologia- e che nel nuovo millennio prende sempre più piede e importanza, entrando ogni giorno sempre più nella vita di tutti.
Ma va fatto bene, con proposte concrete e ben formulate - definendo ad esempio in modo chiaro il sistema di censura, di rapporto tra cosa pubblica e semplici utenti, o la gestione della privacy contro eventuali sfruttamenti per campagne pubblicitarie di qualsiasi tipo, o ancora, come regolamentare i lavoratori che si trovano a creare contenuti su queste piattaforme - per regolarizzare qualcosa che riguarda e coinvolge tutti noi.
Se non si interverrà Facebook sarà solo il primo di tanti a gestire in modo anarchico la politica internazionale.