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Oman: Le perle del Deserto (seconda parte)

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Port'Alba

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Il deserto occupa quasi tutto il Sud del paese. È lì che ci sono i giacimenti petroliferi, serbatoio economico dell’Oman. Scoperto solamente nel 1964, ha dato, comunque, il benessere all’esigua popolazione di scarsi 4milioni di anime.

 


Attualmente che, per diretta volontà del sultano Qaboos, il paese sta aprendo al turismo, il deserto è visto sotto una nuova luce. Fonte di curiosità e di escursioni, la prima zona, che si stende ai piedi delle “Montagne Verdi”, nei pressi della città di Ibra, è uno splendido susseguirsi di dune sabbiose, che al tramonto si colorano di rosa e ocra, spettacolo magico, palcoscenico obbligatorio per chiunque si rechi in Oman. Se il te nel deserto, è oramai un “must” di cinematografica memoria, in Oman deve cedere il passo alle usanze locali. Il caffè al cardamomo, dal particolare sapore dolce-amaro, accompagnato dall’immancabile dattero.

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Il dattero, una goccia di polpa zuccherina, dal colore ambrato, in cui è rinchiuso tutto il sapore del Paese. Le perle del deserto. Quando si parla di deserto, erroneamente si pensa al nulla, lo dice la parola stessa: il deserto. Ma non è così, il deserto nasconde i suoi tesori gelosamente, rendendoli, in questo modo, ancora più preziosi. Oasi si aprono all’improvviso, dove l’acqua racchiusa nel sottosuolo, appena riaffiora, cresce una vegetazione inaspettata.

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Palme ricolme di datteri, interi “dattereti”, compaiono dove non ci si aspetta, dove la terra è dura e arida. Nei deserti pietrosi, dove non ci sono le dune, e sulle montagne più brulle e inospitali, compare l’ingegno umano. In Oman possiamo ammirare alcuni esempi di brillante ingegneria, nell’irrigazione primitiva dei campi. I cosiddetti “sistemi d’irrigazione Aflaj”, patrimonio dell’Unesco,( dall’Arabo, aflaj=canali ), visibili in alcuni villaggi, o meglio nelle loro rovine, perché si tratta di siti archeologici, sono unici al mondo.

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Il villaggio di Falaj Daris, nelle vicinanze di Nizwa, risale al VI secolo d. C., ma sono state trovate tracce molto più antiche. Il viaggiatore accorto non mancherà di notare che questo tipo di irrigazione è presente, in epoche storiche diverse, un po’ ovunque sul pianeta. Da noi gli antichi Romani avevano creato mirabilie in tempi ancora più antichi, mille anni dopo, lo avevano fatto i Maya in Centro-America, e mille anni prima i Cinesi dalle loro parti. La meraviglia dell’ingegno umano non cessa mai di stupire.

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Questo è un Paese dai numerosi scenari, perché se le coste e il mare, dalle caratteristiche tipicamente tropicali in alcuni posti, ed i altri dove le montagne calano a picco, formando meravigliosi fiordi, eccezionali quelli della penisola di Musandam, l’exclave strategica situata a Nord,sullo stretto di Hormuz, non mancano il deserto ed i monti.

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E le montagne dell’Oman hanno alcune particolarità uniche al mondo: nella prima parte di questo breve reportage, ho parlato dei “wadi”, corsi d’acqua che si aprono tra le rocce, nei luoghi più impensabili, o spuntano in superficie, tratti esterni di fiumi sotterranei; non dimentichiamo i “sink-hole”, altra meraviglia della natura, caratteristica più unica che rara, che ricorda vagamente i “cenotes” dello Yucatan, dall’altro lato della Terra.

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Sono buchi nella superficie rocciosa, veri e propri burroni, crepacci per lo più tondi, con delle polle d’acqua sul fondo, in cui si può tranquillamente nuotare. E quando ci sono 40 gradi all’ombra, non è soltanto piacevole, ma è un’esperienza irripetibile.
Sembra di essere in scenari fantascientifici, disegnati dai più folli illustratori: è l’Oman.

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La religione, musulmana, assume un aspetto totalitario, perché essendo molto tradizionalisti, gli Omaniti vestono quasi esclusivamente alla Araba, sia uomini che donne, e si avverte,si respira l’Islam, in maniera molto più forte ed intensa che in Marocco, o altri paesi cosiddetti moderati, ma è un Islam gentile.

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Se qualche volta il desiderio di una birra, appagabile solo nei grandi alberghi, può essere frustrante, non è mai violento. Diventano molto più simili a noi quando giocano a calcio, in pantaloncini e maglietta, e li ho visti giocare, incredibile ma vero, sulla spiaggia con dieci centimetri d’acqua.

Oman: il paese delle torri (prima parte)