Napoli: Carmina Burana a Donnaregina
Sabato 14 dicembre, nel Complesso Monumentale Donnaregina, il Museo Diocesiano di Napoli, sito nell’omonima piazza, nella bellissima chiesa, divenuta oramai museo, si tiene un concerto con oltre cento artisti sul palco. È l’unica data italiana dei Carmina Burana di Carl Orff.
È questa l’opera più famosa e conosciuta dell’artista Tedesco. Composta nel 1937, e presentata per la prima volta a Francoforte, nello stesso anno, cioè in pieno periodo nazista, ottenne immediatamente il successo che meritava. Carl Orff, non era esattamente un sostenitore di Hitler, ma neanche un nemico; si sarebbe potuto definire “ un neutrale compiacente “, ma nonostante i contenuti vagamente erotici, incompatibili con i gusti della Germania nazista, l’opera divenne la più famosa scritta nel paese in quel periodo.
I Carmina Burana, sono ispirati ad alcuni canti e poemi trovati nel secolo precedente, nel monastero Benedettino di Bura, nella Svevia,composti da goliardi e “clerici vagantes”, cioè studenti, che nel Basso Medio-evo girovagavano, erranti, per poter seguire le lezioni dove meglio ritenevano. I secondi, appartenevano ad ordini monastici minori, per cui “clerici”.
Composti in una arcaica scrittura musicale, vale a dire prima dell’adozione del tetragramma, l’attuale rigo con le note, per i prosaici, non erano di facile interpretazione. Orff ne fu attratto per la varietà degli argomenti trattati nelle poesie, e dal fatto che nessuno dei temi musicali fosse al tempo noto. L’opera è composta da 24 brani, per la maggior parte in Latino medioevale, salvo uno in Alto Tedesco-Medio, cioè la lingua che si parlava in Germania del nord tra il 1050 ed il 1350 circa, ed altri in Provenzale Antico.
La trama non segue un ordine vero e proprio, ma piuttosto quello della ruota della fortuna, rappresentata sulla pagina iniziale della raccolta. Parlano della buona e della cattiva sorte, infatti il brano più famoso è “Fortuna”, con cui si apre l’opera, e, come in una ruota, egualmente la chiude.
In un tripudio di veli rossi, i vestiti delle ragazze del corpo di ballo di Minea de Mattia, si apre il concerto, con, appunto, “Fortuna”. Dai toni trionfali, elevati dalle voci del Coro della Nuova Arcadia, sottolineati dalle percussioni, che danno un’ulteriore maestosità al brano, dell’Orchestra della città di Roma. Le ballerine, con le loro coreografie, creano come un turbinio di farfalle d’avanti ai musicisti, diretti dal maestro Pier Giorgio Dionisi. Ai due pianoforti ci sono Piero Moccia e Alessandro Romagnoli, con i cantanti Mariangela Cafaro, soprano, Enrico Torre, controtenore ed Alessio Quaresima Escobar, basso.
Da sottolineare l’organizzazione dell’evento, assolutamente impeccabile. Ogni spazio accessibile anche alle carrozzine per disabili, e l’afflusso del pubblico, giunto numeroso, si è svolto in maniera più che civile.