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In esposizione al MANN “Vincendo il tempo”: un viaggio nel percorso artistico di Riccardo Dalisi

Scritto da Felicia Trinchese Il . Inserito in Mostre

Vincendo il tempo

A partire dal dicembre di quello oramai è lo scorso anno, il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ospita un’eccezionale esposizione che vede come protagonista il noto artista Riccardo Dalisi, potentino di nascita, partenopeo di adozione, europeo per vocazione: si tratta dell’esposizione “Vincendo il Tempo”, visitabile fino al prossimo 27 febbraio.


L’esposizione, a cura di Angela Tecce, nasce dalla collaborazione con diversi atenei ed istituzioni culturali, quali il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, il Dipartimento di Architettura dell’Ateneo Federiciano, Accademia di Belle Arti di Napoli, SMMAVE Centro per l’arte contemporanea Napoli.

Il compito svolto da Dalisi, nel tentativo di ripercorrere la sua esperienza creativa interpretata, in modo inimitabile, tra sculture, opere di design, mosaici e bozzetti, è quello di fungere da guida in un viaggio fantasioso e leggero tra passato e presente, un racconto dell’antico fatto di rame, ferro battuto, ottone e non solo.

Filo conduttore dell’exhibit è il confronto tra i sottili e stilizzati lavori dell’artista e le possenti statue della collezione Farnese del Museo. Al pubblico vengono presentati un dittico in mosaico e ben oltre trenta sculture. Si parte dall’Atrio, con due pastori di una natività, realizzati negli anni Duemila come esito del design del cilindro della famosa caffettiera; si prosegue nella Sala dei Tirannicidi, dove una grande figura di Madonna orante, composta di latta, rame ed altri metalli cuciti insieme secondo i principi del cosiddetto “Design ultrapoverissimo”, entra in dialogo con il celebre gruppo scultoreo di Armodio ed Aristogitone.

La dialettica tra diverse espressioni creative e distinti materiali che supportano ed incarnano il lavoro dell’artista non finisce qui: sempre “al cospetto” dei Tirannicidi, Dalisi propone non soltanto l’originalissimo dittico in mosaico, che riflette l’iconografia degli affreschi pompeiani, ma anche un pannello con disegni e bozzetti ispirati alle sculture di Henry Moore.

Nel Giardino delle Fontane, invece, un nuovo colpo d’occhio attende il visitatore con il “Gazebo”, che ricrea in 3d le antiche pitture vesuviane, mentre tanti altri rimandi dimostrano quanto la fantasia contemporanea sia nutrita dall’iconografia classica. Tra le opere da non perdere ci sono le sculture in rame, ottone e verde rame intitolate “Cave canem”, “Ulisse” e “Pompei”, che, con grazia, leggerezza ed ironia, avvicinano e desacralizzano il legame con la cultura antica. Sono altresì esposte alcune famose opere che hanno segnato gli “esordi” della carriera di Dalisi: tra queste, “Il grande trono di cartapesta”.

In un itinerario colto, ed allo stesso tempo leggero, il visitatore scopre così non soltanto i legami tra arte classica e contemporanea, ma soprattutto la vocazione sperimentale di un autore che ha segnato profondamente la cultura partenopea (e non solo) degli ultimi decenni: giocando sui materiali e sulle forme, proponendo una visione fantasiosa della realtà, Dalisi definisce i canoni di un’estetica che riesce a trovare bellezza e slancio creativo nella dimensione del quotidiano.