Tosca al San Carlo
Il capolavoro di Puccini, la Tosca, quest’anno è tornato al San Carlo in una veste completamente diversa, moderna, travolgente.
Un’intera settimana per poter apprezzare la nuova produzione dell’opera che è andata in scena tra il 22 e il 29 gennaio e che ha visto protagonisti il Coro e i Coro delle Voci Bianche del Teatro San Carlo di Napoli.
Con la regia di Edoardo De Angelis, uno dei registi italiani al momento più apprezzati e che, per la prima volta, sale su un palcoscenico lirico.
De Angelis non “attualizza”, non provoca, non allude: ritaglia su uno sfondo nero il suo immaginario di riferimento e lascia che la storia di Tosca ci scivoli dentro, con un’armonia che ha tutta la purezza della disperazione.
L’opera è diretta dal maestro Donato Renzetti, mentre i costumi sono di un altro nome di prestigio, Mimmo Paladino.
Puccini seppe raccontare perfettamente, sullo sfondo del post rivoluzione francese, una storia d’amore, di tradimento e di sangue dai toni potenti e formidabili dai quali traspaiono gli istinti più bassi e le più alte passioni umane.
La nuova produzione del San Carlo pone dinanzi allo spettatore l’innegabile attualità e il fascino fortemente realistico dell’opera pucciniana.
I principali protagonisti del dramma hanno reso lo spettacolo indimenticabile: Carmen Giannattasio (Fosca), Fabio Sartori (Mario Caravadossi), Enkhbat Amartuvshin (Barone Scarpia) voci la cui intensità rimane impressa.
Racconta nelle sue note il regista Edoardo De Angelis: “Questa è una storia di tanti anni fa, di un luogo lontano e capitale come Roma. Questa storia accade oggi in una periferia che è il centro della terra. Un luogo che è terreno bagnato e bruciato, letto di fiume, ventre malato e medicamentoso. In questo luogo c’è un uomo che per smania di potere distrugge tutto e tutti, compreso sé stesso. A lui si contrappone un gigante creativo, la cui opera è così vera che riesce a nascere e vivere. Un uomo che crea, lotta contro un uomo che distrugge. Soprattutto, questa è la storia di una donna, Tosca, che ha ottenuto le sue conquiste con fatica ma è disposta a rinunciare a tutto per l’unica cosa che per lei è più importante di tutte. Una donna che genera: può anche morire ma non può perdere. Questa è una storia che si ripete. All’infinito. – continua De Angelis -. Un luogo così vero da essere tutti i luoghi. Un tempo così preciso da essere sempre. Siamo fatti in buona parte di acqua, il resto è melodramma. Tosca è storia di donne e di uomini, ma parla di Dio”.