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Al MANN una mostra dedicata alle straordinarie Grotte di Lascaux

Scritto da Matteo Zapelli Il . Inserito in Mostre

Lascaux

Sarà inaugurata venerdì 31 gennaio (ore 12.30), al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la mostra Lascaux 3.0. La grotta di Lascaux affascina e ispira fin dalla sua scoperta. È il 1940 quando in Francia, precisamente a Montignac Marcel Ravidat porta a passeggio il suo cane dal nome Robot e scopre casualmente la Grotta, attualmente uno dei patrimoni dell’UNESCO.

Nell grotte si trovano esempi di di opere di arte parietale risalenti al Paleolitico superiore. A cominciare dal 1950 si notano i primi problemi riguardanti la conservazione del sito a causa della presenza umana che si affolla a visitarla e che solo respirando altera il microclima creando la cosiddetta “malattia verde” e poi quella “bianca”: delle macchie nere scaturite dalla proliferazione di funghi e batteri, grave minaccia per le pitture della grotta.

Così nel 1963 si decide di chiuderla e 10 anni dopo parte il cantiere per farne una versione che la riproduca identica ma senza il timore di veder scomparire l’originale. Apre nel 1983 “Lascaux II’’. Nel 2000, poi, grazie a nuove conoscenze e sofisticate tecnologie si realizza il cosiddetto “velo di pietra’’, una sottile parete artificiale che permette di riprodurre fedelmente non solo porzioni delle pitture ma anche la consistenza e l’effetto visivo della pietra.

La versione itinerante, denominata “Lascaux 3.0” che sarà visitabile nella sala del cielo stellato e in quelle attigue al piano terra del MANN fino al 31 maggio, è stata in Germania, Francia e Belgio ma mai in Italia. Una mostra da definire, innanzitutto didattica. Ci si immerge in un tunnel buio anticipato da due rappresentazioni molto realistiche di un uomo e di una donna del Paleolitico superiore, ricostruzioni dell’artista visuale Elizabeth Daynes specializzata nella rappresentazione dei volti degli uomini primitivi a partire dai crani per coglierne le fattezze, e si scopre, così, che l’uomo di Cro – Magnon non è molto diverso da noi così come la sua donna.

Dal tunnel alla grotta è un attimo e ufficialmente il salto nel tempo è compiuto e ci si ritrova al cospetto delle pitture rupestri che rappresentano tori, “la vache noire”, la mucca rossa con la testa nera, cavalli, felini e un animale definito unicorno. Dal sito preistorico si passa alle numerose postazioni interattive dove si approfondiscono i vari aspetti di Lascaux e la sua epoca ma anche il lavoro fatto per raggiungere la versione visitabile attualmente.

L’exhibit, che sarà visitabile sino al prossimo 31 maggio, rappresenterà non soltanto il frutto della rete culturale stabilita con la Società pubblica “Lascaux- L’esposizione internazionale”, il Dipartimento di Dordogne-Périgord e la Regione della Nouvelle Aquitaine, ma sarà anche un’anticipazione simbolica della presentazione all’Archeologico, dal prossimo 28 febbraio, del nuovo allestimento della collezione “Preistoria e Protostoria”.