La disunità d'Italia
Stiamo assistendo alla frantumazione geopolitica dell'Italia. E' quanto accade in questi giorni con gli editti, le prescrizioni, le concessioni che le autorità proclamano per regolamentare gli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali, la qualità dei prodotti che si possono vendere o che vanno invece proibiti.
La griglia dei permessi e dei divieti copre tutto il territorio italiano. In primo piano si collocano le autorità locali, i sindaci e i governatori di Comuni e Regioni, che a pochi chilometri di distanza gli uni dagli altri segnalano ai cittadini le qualità e financo le quantità delle merci che si possono comprare e vendere negli esercizi commerciali, nei negozi, e i loro orari di apertura e di chiusura. Ci sono poi indicate dettagliatamente le modalità di ingresso e di uscita dei clienti nei e dai singoli punti di vendita: di solito due acquirenti per volta, dotati di mascherina e talvolta di guanti di gomma. I cani e altri animali domestici per lo più rimangono all'ingresso e aspettano all'uscita i padroni di solito educatamente (senza azzuffarsi).
La mappa della penisola che talvolta si legge sui giornali, così disegnata con ingressi e divieti per i diversi territori, ricorda le cartine geografiche dell'Italia prima del plebiscito che ratificò l'unità del paese da Nord a Sud, prima della spedizione dei Mille, prima dell'incontro a Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele III, prima che Francischiello fosse sloggiato dalla fortezza di Gaeta, prima dell'ingresso dei bersaglieri in Roma dalla breccia di Porta Pia.
Siamo tornati all'Italia nuovamente disunita? Svegliamoci dall'incubo di questa primavera dell'anno 2020 e ragioniamo a mente fredda. Chiediamoci: una volta finita o ridotta a malanno governabile la pandemia da corona virus, ritroveremo il collante che teneva insieme i territori della Repubblica italiana, dal Nord al Sud?
La domanda trova oggi una risposta problematica. I vantaggi e gli inconvenienti dell'unità e al contrario della divisione dei territori dal Nord al Centro e al Sud, attualmente sono incerti e nebulosi. Una parte dell'Italia settentrionale è oggi durevolmente inserita nel contesto internazionale, dell'Europa e del Resto del Mondo. Questo è il profilo della Liguria, della Lombardia, del Veneto e dell'Emilia Romagna. Toscana, Umbria e Marche sono agganciate a queste quattro grandi Regioni.
Le altre Regioni del Mezzogiorno, incluse Sicilia e Sardegna, sono diventate nel tempo sempre più zavorra del Nord e del Centro d'Italia. Non hanno più forze di lavoro numerose e giovani da rovesciare con l'emigrazione nel Centro-Nord. Non servono più come mercati di sbocco vitali per l'industria manifatturiera dell'Italia ricca e del Resto d'Europa.
Dimentichiamo oppure rivisitiamo come oggetti di culto estetico i film e i racconti di Visconti, di Rossellini, di Fellini, di Sciascia, di Squitieri. Adattiamoci a curare, restaurare e utilizzare il ricco patrimonio di cultura, di arte e di bellezza naturale, depositato nei secoli nel Sud, facendone occasione di svago e di riposo per gli italiani del Nord.