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Rapporto Istat Iss: in Campania meno decessi, ma non a Napoli. A Salerno, nonostante il Covid, - 7,7%

Scritto da Gabriele Crispo Il . Inserito in Il Palazzo

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L’Istat rivela che le morti in Italia sono aumentate del 39%. In controtendenza la Campania ma non Napoli: durante il picco i decessi in Campania sono diminuiti dell’1,9%. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità il Covid-19 è più letale negli uomini, ma il virus colpisce di più le donne (il 53% dei contagi).

Degli oltre 30mila decessi, il 35% dei pazienti era affetto da almeno un’altra patologia. A Fase 2 iniziata in Campania scendono i casi: l’incremento settimanale dei contagi della regione è ben al disotto della media nazionale. La Basilicata è la regione più virtuosa. Bene il Sud, la Toscana e il Friuli-Venezia Giulia. In Emilia-Romagna e in Veneto vi è un’alta prevalenza di pazienti affetti da Covid, ma l’incremento dei contagi è nettamente inferiore rispetto alla media nazionale. Ancora alti i numeri in Lombardia, Piemonte e Liguria. In Puglia e Lazio si segnala un incremento settimanale dei casi sopra la media nazionale.

Nonostante il Covid, secondo l’Istat – che ha analizzato «il complesso di cause» dell’aumentato numero di decessi nel primo trimestre del 2020 – in Campania, rispetto gli scorsi anni, sono morte meno persone: confrontando la media dei decessi dell’anno in corso con lo stesso periodo del 2015-2019, nel periodo che va dal 20 febbraio al 31 marzo, corrispondente al “picco pandemico” da coronavirus, emerge che nella regione c’è stata una diminuzione complessiva delle morti dell’1,9%.

La fotografia dell’Istituto nazionale di statistica delinea un Paese spaccato in due: al Nord i decessi si sono in molti casi quadruplicati, mentre al Sud in molte aree si è registrata una “diminuzione”, in alcuni territori anche netta. Dal rapporto Istat- Iss emerge «una crescita dei decessi per il complesso delle cause del 38,7%: da 65.592 a 90.946, rispetto alla media dello stesso periodo del quinquennio 2015-2019. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità». Secondo Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss, è pensabile che il numero dei morti da e con Covid sia superiore: presumibilmente andrebbero aggiunti altri 11.600 decessi, «per i quali possiamo, con i dati oggi a disposizione, solo ipotizzare tre possibili cause: una ulteriore mortalità associata a Covid19, nei casi in cui non è stato eseguito il tampone; una mortalità indiretta correlata a Covid19, in decessi causati da disfunzioni di altri organi; una mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero nelle aree maggiormente» esposte all’emergenza.

Un dato, quello campano, in controtendenza con il resto d’Italia, dove le morti nel mese di marzo sono aumentate del 49%, rispetto alla media dei decessi degli ultimi cinque anni. La provincia più colpita dall’emergenza sanitaria è stata Bergamo: nella provincia lombarda si è registrato un incremento dei morti del 567,6%. I camion dell’Esercito carichi di bare che lasciano Bergamo sono una delle immagini più forti dei mesi appena trascorsi e fotografano l’enormità del disastro che ha vissuto il Nord Italia e la Lombardia. La provincia di Cremona segna un aumento dei decessi di oltre il 391%, segue la provincia di Lodi, con il 370% di morti in più rispetto alla media dei decessi registrati tra il 2015 e il 2019. A Brescia del 290%, mentre a Piacenza si supera il 264%.

Rapporto Istat Iss

Dati enormi che richiederanno, senz’altro un approfondimento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e della Magistratura. Il tasso di letalità del Cov Sars 2 si è rilevato molto più letale del previsto, senza nessuna apparente spiegazione scientifica. Sono già in corso numerosi procedimenti penali: decine di inchieste per «epidemia colposa» sono sul tavolo dei pubblici ministeri d’Italia, alla ricerca di un colpevole, non solo virale. Hans Kluge, il direttore regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa, ha dichiarato che si è verificata «una tragedia umana inimmaginabile», non solo in Italia ma in tutta Europa e nel mondo, «fino alla metà delle morti per Covid-19 è avvenuta nelle residenze di assistenza per anziani o a lungo termine».
Secondo l’Istat a Milano i decessi sono aumentati del 92%. A Roma, così come in Campania, si segnala, invece, un calo dei decessi. Nella Capitale sono morte il 9,4% di persone in meno.
In Campania, durante il periodo considerato tra il 2015 e il 2019, in media, morivano circa 5.168 persone, quest’anno, nonostante l’innegabile emergenza sanitaria, sono decedute 5.117 persone. La Protezione Civile, nei suoi bollettini, ci dice che “fino al 10 maggio in Campania a causa del Covid sono morte 381 persone”. In Italia i morti a causa del coronavirus sono stati 30.560: se si considera la popolazione e la densità abitativa della Campania, il lookdown e conseguenzialmente il contenimento della pandemia ha funzionato, complice la tenuta, seppur in affanno, del sistema sanitario.

Nel Comune di Napoli, durante il boom della pandemia, i decessi sono aumentati del 2,9%: tra febbraio e aprile sono morte 2.567 persone a cui vanno aggiunti altri 704 decessi tra i non residenti; nel 2019 i decessi erano stati 2.463 tra i residenti e 726 tra i non residenti. I quartieri più interessati dall’aumento sono stati Arenella, Fuorigrotta, San Carlo dell’Arena e in parte il Vomero.

Il discorso cambia se si considera la Città Metropolitana di Napoli: nella provincia partenopea si segnala una diminuzione dello 0,9%.
Nelle provincie di Avellino e Caserta, rispetto al 2015-2019, si segnala un aumento del numero dei decessi: nel Casertano si registra un aumento del 2,1%, mentre in Irpinia il dato scende al +1,8%.

Decisamente buoni sono i numeri nella provincia di Salerno, dove, nonostante i focolai e le zone rosse, si registra un ottimo -7,7% dei decessi rispetto al periodo di riferimento. Bene anche i numeri del Sannio, dove i decessi sono diminuiti del 4,3%.

Fonti:
- Il Corriere della Sera
- Istat
- Istituto Superiore di Sanità