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L’economia in Campania e in Italia dopo il Covid

Scritto da Gabriele Crispo Il . Inserito in Il Palazzo

Porto di apoli

La difficile condizione in cui versa l’economia in Campania e in Italia. “D.C.”, “Dopo il Covid” gli Italiani vogliono risposte: l’Italia e la Campania devono ripartire. Crolla il Pil e tante attività rischiano la chiusura. Tuttavia, la pandemia non colpisce tutto il Paese allo stesso modo: le città del Nord soffrono più delle città del Sud.

La notizia dell’imprenditore napoletano impiccatosi nella periferia est di Napoli all’indomani dell’inizio della Fase 2 è stata riportata da tutti i giornali. La vittima, un uomo di 57 anni, secondo un’Ansa di quei giorni, si sarebbe tolto la vita, a detta di familiari e amici, “perché era oppresso dalle conseguenze della crisi economica legata al coronavirus”.

Una notizia di cronaca che ci ha mostrato crudamente quanto difficile sia la situazione economica in Italia a causa del Covid. Un’economia già in difficoltà a causa delle tensioni sui mercati giornaliere che inevitabilmente si ripercuotono sull’economia reale. Tanti i motivi di crisi: la guerra economica tra Cina e Stati Uniti; la Brexit e la nascita dei nazionalismi; lo scontro in Europa tra Paesi del Nord e Paesi del Sud e le tensioni nel Medioriente e in Libia.

In Italia, l’instabilità politica, la mancanza di investimenti strutturali e una pressione fiscale che pietrifica l’economia fanno il resto.

L’Italia sta uscendo dall’emergenza sanitaria. Dopo le macerie dell’anima è tempo di ricostruire un’economia in ginocchio. Un’economia dove non ci sono macerie fisiche. L’emergenza è nella mancanza di capitale.

Recovery Fund, Mes, taglio dell’Iva, taglio delle imposte e delle tasse, agevolazioni fiscali varie: è accesa la discussione politica mentre l’economia reale muore. Giorni e giorni di chiusure: tante sono le attività ad essere in difficoltà e in molti non hanno riaperto. L’economia reale, oltre a quella dei numeri, stenta a ripartire e la colpa è del Virus. Saranno mesi difficili quelli che verranno, perché alle tante tensioni vive nel mondo, si dovrà aggiungere la diversa velocità con cui il Covid19 continua a viaggiare nel resto del pianeta.

In Campania, regione trainante dell’economia del Mezzogiorno d’Italia, in molti hanno chiuso o rischiano di chiudere. Tanti rischiano di perdere il lavoro.

Nonostante l’articolo 46 del Decreto Cura Italia ( che integrato dal Decreto Rilancio dispone il divieto da parte del datore di lavoro di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo per cinque mesi, a decorrere dalla data di entrata in vigore del citato Decreto Cura Italia, ossia il 17 marzo 2020) durante l’emergenza Covid, la Jabil, multinazionale Usa, ha minacciato di licenziare parte dei suoi dipendenti.

Rimane difficile la situazione per i dipendenti della Whirlpool. Continuano le proteste per la possibile interruzione della produzione nella filiale campana, che potrebbe chiudere il prossimo 30 ottobre, lasciando senza lavoro oltre 400 persone. Vincenzo Accurso, Rsu Unione italiana lavoratori metalmeccanici, ha dichiarato: "Il Governo non trova soluzioni né per Whirlpool, né per il Paese. Protestiamo per uscire da una crisi accentuata dal Covid. L'immobilismo del Governo non permette di sbloccare questa situazione di prigionia. Queste catene fermano il Mezzogiorno".

Preoccupazioni ci sono anche per gli impianti produttivi del settore automobilistico. Il settore auto è praticamente fermo da mesi. La produzione bloccata e il crollo del mercato dell’auto potrebbero creare non poche difficoltà alle aziende.

Il divieto di assembramenti e il crollo delle prenotazioni durante la bella stagione potrebbero mettere in ginocchio numerose attività a Napoli e in Costiera. I turisti stranieri disertano le mete italiane mettendo in ginocchio il comparto.

Tiziana Cozzi, giornalista a Repubblica, ha intervistato Ennio Cascetta, presidente della Metropolitana spa. Per Cascetta serve “Un piano infrastrutture finanziato dal Governo per far ripartire il Sud. La ricetta è l’accessibilità del Mezzogiorno: se non si possono portare merci e turismo non c’è economia”. Gli scarsi investimenti portano un minor sviluppo e “il Mezzogiorno è storicamente indietro da sempre e ora rischia di arretrare ancora di più”. Per Cascetta è “Un errore la politica del recupero di Alitalia. Si sono penalizzate le compagnie low cost. C’è preoccupazione tra i gestori degli scali anche a Copodichino”.

A Fanpage.it, Gianluca Daniele, consigliere regionale del Partito Democratico, da dichiarato che la Campania e la città di Napoli “sono stato un esempio di gestione della pandemia. Si può sempre fare meglio ma credo che l’insegnamento sia stato che abbiamo sbagliato in passato a non investire sulla sanità pubblica e questo deve essere un insegnamento”. Sulla Fase 2: “La Regione Campania ha varato un piano di quasi un miliardo di euro con misure importanti e tempestive, ma non basta, ora si deve intervenire sulle casse integrazioni, sull’accesso al credito delle banche e sul contrasto alla povertà, con vigilanza e controlli per impedire le infiltrazioni delle organizzazioni criminali”.

Lo studio del Cerved i dati nazionali sull’economia. Come i vari comparti hanno reagito al lookdown

I settori favoriti dalla crisi sanitaria. Il lookdown ha fatto esplodere il commercio online che registra un +35% nel 2020 rispetto al 2019. Crescita esponenziale per il settore medico e farmaceutico (+16,8% per i respiratori). Nel 2020 si registra un +9,7% per il settore delle onoranze funebri. Interi comparti economico industriale sono in ginocchio. La pandemia non colpisce tutto il Paese allo stesso modo: le città del Nord soffrono più delle città del Mezzogiorno. Torino e Venezia le città più colpite. Napoli in linea con le altre grandi città. È quanto emerge dall’analisi del Cerved per l’Associazione nazionale dei Comuni italiani.

Secondo il Cerved – agenzia che valuta la solvibilità e il merito creditizio delle imprese ed opera come agenzia di rating – il lookdown ci è costato, nello scenario migliore e quindi a condizione che l’economia riparta adesso al 100% delle sue possibilità, oltre 509 miliardi di euro. Nello scenario peggiore oltre 671 miliardi. Il Pil italiano è in picchiata: durante il 2020 si dovrebbe registrare una contrazione del -12% (- 8,2% nello scenario migliore).

Nel 2020 si registra un -65% per le sale cinematografiche, un -51% per il trasporto aereo e un -46% per gli aeroporti. In questo caso si deve sottolineare che mentre il traffico dei passeggeri è in picchiata, è cresciuto esponenzialmente il traffico merci. La crescita non è riuscita a compensare il calo.

Altro settore estremamente danneggiato è quello dei trasporti pubblici locali che segna un -44%. I taxi e il noleggio auto registrano un -40%.

Tour operator, alberghi, B&b segnano cali di oltre il 40%.

La ristorazione, nonostante il delivery, registra un negativissimo -33,8%.

È evidente che all’emergenza sanitaria potrebbe seguire una ben più grave emergenza economica. È tempo di risposte e di collaborazione. La Campania non può aspettare. L’Italia non può aspettare. Gli imprenditori, i lavoratori, gli artigiani, i ristoratori, i commercianti hanno bisogno di risposte. L’Italia ha bisogno di Politica e di dialogo tra tutte le forze politiche. La situazione è complessa e l’Europa attende un piano di rilancio. Solo se sapremo dare risposte potremo accedere ai finanziamenti del Recovery Fund.

FONTI:

-          https://www.ildenaro.it/coronavirus-napoli-25-mila-negozi-costretti-alla-chiusura-nella-provincia/

-          https://www.filodiritto.com/divieto-di-licenziamento-covid-19-chiarimenti-dellinps

-          NapoliToday.it

-          Il Mattino

-          Ansa

-          Repubblica

-          Skytg24