Mondragone: la sagra del caciosciacallo
Un certo tipo di propaganda è ormai vecchia, è stagionata. Un certo sciacallaggio mediatico, che ha fatto le sue fortune in una certa stagione, in un certo strato della popolazione, ormai non è più efficace, non fa più paura non porta più consensi. Dopo aver vissuto la paura, quella vera, i loro slogan vuoti e privi di significati e di risposte concrete, non fanno più paura a nessuno.
Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una sfilata di personaggi in cerca di autore politico. Un'armata brancaleone, una serie di politicanti locali molto poco credibili, che cambiando casacca, sotto il vessillo della Lega e di Alberto da Giussano, più si avvicina ad una folkloristica sagra di paese piuttosto che ad un reale progetto politico per il Sud e per la Campania.
Finisce prima di cominciare l’annunciato comizio di Matteo Salvini a Mondragone. Dove Il leader della Lega, era accorso subito per soffiare sul fuoco della protesta e del malessere sociale scatenato dal focolaio covid scoppiato nel Comune del Litorale Domitio tra i braccianti agricoli stranieri, presenti sul territorio da anni.
All'interno delle case popolari di Mondragone, dove vivono migliaia di braccianti bulgari, abbiamo purtroppo assistito nei giorni scorsi a brutte scene di intolleranza e di disagio sociale tra la popolazione locale ed i lavoratori di origine straniera. In tutto il territorio del litorale casertano e non solo, ormai in ginocchio per la crisi economica che morde, servirebbero mai come adesso risposte concrete e non è certo necessario soffiare sul fuoco del focolaio, fomentando ed incitando all'odio. Non abbiamo bisogno di questo.
La strategia della Lega, alla conquista del Sud per le regionali in Puglia e Campania, è chiaro, non funziona. Le passerelle di Salvini degli ultimi giorni non si stanno rivelando quella marcia trionfale sperata dalla macchina propagandistica del carroccio. Anzi, a volte la presenza di certi personaggi, per la prima volta apparsi in territori complessi, in cui i problemi sono tanti e troppi, è un vero e proprio boomerang, che radicalizza e fomenta certe posizioni estreme. Le contestazioni di Mondragone seguono di poche ore quelle già raccolte in Puglia.
Le condivisibili proteste dei manifestanti locali, in larga parte composte, hanno avuto qualche momento di tensione. Certo la rabbia è tanta, ma niente può giustificare atteggiamenti violenti o intransigenti. Inoltre, mai come adesso, alcuni personaggi andrebbero lasciati parlare a ruota libera, andrebbero smascherati, si rivelerebbero da soli in tutta la loro pochezza di contenuti.
“Buffone, sciacallo, sei peggio del Covid, tornatene al Nord”. Insulti spesso già ascoltati in passato, hanno accompagnato ancora una volta la fallimentare passerella di Salvini, in cerca di consensi per le elezioni regionali campane, dove ancora la Lega cerca invano di imporre propri candidati,neanche lontanamente credibili, per la prossima tornata elettorale. Ancora una volta il leader della Lega non è riuscito a far breccia nel cuore e nella pancia del Sud. Stavolta, la proverbiale fantasia dei campani ha coniato un nuovo epiteto originale, in omaggio ai prodotti caseari del luogo, il “caciosciacallo”.