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L'equilibrio magico tra miseria e benessere

Scritto da Mariano D'Antonio Il . Inserito in Vac 'e Press

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Napoli è una città sospesa tra miseria e benessere. Chi ha un reddito fisso (e sono pochi napoletani) è un privilegiato e se lo tiene stretto stretto. E' uno stipendio da lavoro soprattutto nel settore pubblico, dove rimangono ancora molti impiegati fino all'età della pensione.

Alcuni tra questi sono persone di buona volontà e decorose, che comunque si danno da fare, nonostante che siano privi di attrezzi ben funzionanti. Se un macchinario, poniamo per potare gli alberi, va fuori uso e non possono ripararlo, ne usano i pezzi per comporre comunque un altro attrezzo ancora utile. I servizi pubblici quando funzionano lo debbono alla buona volontà e all'inventiva dei lavoratori. Sono pochi quelli che i nostri concittadini etichettano come "lavativi" e, dispiace dirlo, sono anche molto sindacalizzati. Abbondano soprattutto nei trasporti pubblici, ad esempio nelle funicolari che collegano il centro di Napoli con la collina vomerese, dove sono frequenti le interruzioni del servizio per motivi talvolta misteriosi, per le proteste di sindacati che coalizzano pochi associati.

La gran parte dei lavoratori napoletani è impiegata nei servizi privati, come cuochi e camerieri nei ristoranti, come tassisti con o senza licenza, come addetti ai piccoli alberghi semiclandestini. Sono questi le vittime della crisi del turismo che ha colpito l'economia locale. Una crisi che ha falcidiato migliaia di persone, costrette a starsene a casa per la chiusura degli esercizi commerciali.

Si intravedono vie di uscita dalla crisi? E quanto presumibilmente durerà questo periodo di restrizioni? Mesi, anni? E' difficile dare una risposta. Molto dipende dalla politica, dal governo, dai partiti politici che compongono la maggioranza, da quelli che sono all'opposizione. E poi ci sono le forze sociali organizzate, i sindacati dei lavoratori, le associazioni degli imprenditori.

E' lontana, forse improponibile, l'ipotesi di una grande coalizione al governo del paese. Si teme che la rissa tra i protagonisti non si plachi, ma addirittura si ripeta su ogni atto significativo del nuovo governo. Perciò bisogna accontentarsi di quello che ora passa il convento: una gestione politica che tiene l'Italia e Napoli in particolare in bilico tra miseria (larga, stagnante) e benessere (scarso, riservato a pochi). Incrociamo le dita e speriamo bene.