(Capo)Palinuro (quarta parte)
L'interesse di (Capo)Palinuro è concentrato nelle bellezze paesaggistiche del promontorio massiccio, scosceso, dominato dal faro di Punta del Telegrafo (203 m) da dove la vista spazia lungo tutta la costa del Cilento, dal Golfo di Salerno a quello di Policastro.
Tuttavia, non è dall'interno che si possono meglio apprezzare le bellezze di Capo Palinuro. Dall'alto non è possibile osservare la scogliera e coglierne tutto il fascino suggestivo. E' preferibile salire su una barca e costeggiare la stupenda parete rocciosa per scoprirne tutte le grotte. La prima che si incontra, e una delle più belle, è la Grotta Azzurra, aperta in una minuscola rientranza che precede la punta estrema del promontorio. La caverna ha il soffitto ricco di stalattiti e, verso mezzogiorno -oppure nell'ora del tramonto quando il sole è proprio di fronte all'imboccatura- l'acqua vi assume straordinarie colorazioni azzurre.
La trasparenza è eccezionale. Il silenzio è profondo. Proseguendo intorno al promontorio tra la Punta Bianca e la Punta del Bianco, si trova la Cala del Ribatto con ben quattro caverne; altre due se ne trovano poco più avanti, nella Cala del Salvatore e, ancora dopo, nella Cala della Lanterna -tra Punta Spartivento e Punta Mammone- se ne incontrano ancora tre. Una volta doppiato, il Capo Palinuro strapiomba nel mare con una foresta di rocce frastagliate e rossastre.
A Cala Fetente -l'aggettivo è dovuto a una sorgente di acqua solforosa- si incontrano ancora tre grotte e un arco naturale, che l'insistente erosione marina ha scavato nel calcare. Infine, doppiata la Punta della Galera, ecco la suggestiva Grotta delle Ciavole, una di quelle che i nostri antenati della preistoria scelsero per trascorrervi bla loro non facile esistenza. Indubbiamente, a Palinuro, è più piacevole vivere in vacanza oggi che milioni di anni fa.
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