Benevento – I due teatri (prima parte)
L’antico Teatro Romano di Benevento è oggi di nuovo restituito alla popolazione, come monumento storico, e nella sua funzione originale, di luogo deputato alla rappresentazione di spettacoli, infatti nel periodo estivo ospita importanti rassegne liriche e teatrali. Ma per secoli non è stato così. Fino agli inizi del XX secolo si presentava interamente invaso da una moltitudine di casette, fabbricate con lo stesso materiale del monumento, già in precedenza saccheggiato di quasi tutti i suoi fregi marmorei, che ricoprivano la struttura in mattoni e pietra calcarea.
Le statue ed i bassorilievi poi, si possono ammirare, come succede a Capua (vedi QdN del 20/7/2017), inseriti nei palazzi e nelle mura del centro storico in gran quantità, nobilitandolo e regalandogli decorazioni uniche al mondo.
Verso la fine dell’800, l’architetto Almerico Neomartini riuscì a ricavare una mappa del Teatro, all’epoca ancora sepolto dalle costruzioni che si poggiavano sulla “cavea” ed in gran parte su la sua intera superficie, usata da basamento, ma solo nel 1923 si cominciò il vero lavoro di recupero. Le costruzioni vennero espropriate, e si procedette al loro abbattimento, eccezion fatta per la chiesa di Santa Maria della Verità, fatta costruire dall’arcivescovo di Benevento nel 1782, ed una piccola palazzina gialla, che tuttora si erge sulla destra del palcoscenico.
Quello che fu restituito alla luce, è un teatro di classica fattura Romana, con una “cavea” di 98 metri, ed un’altezza stimata di 23, quindi per l’epoca di medie dimensioni, costruito in cemento, con paramenti in blocchi di pietra e mattoni. Datato in epoca Traiana, cioè tra la fine del I sec. d. C. e l’inizio del II, fu inaugurato dall’imperatore Adriano nel 126.
Originariamente presentava tre ordini di colonne a sostegno delle arcate, tuscanico, ionico e corinzio, ma di questi resta solo l’inferiore, quel tuscanico che è poi la derivazione Italica del dorico. Le arcate della “cavea” erano decorate con busti e maschere in marmo, che come detto in precedenza, oggi ritroviamo ad abbellire edifici e mura del Centro Storico. Nella sua completezza si trattava di un vero gioiellino, piccolo ma di una eleganza degna dei più grandi Teatri dell’epoca.
Oggigiorno la sua grande bellezza risiede anche nel fatto che si trova al centro di un affascinante quartiere medioevale, o meglio, per l’esattezza è il quartiere medioevale del Triggio, che gli è stato costruito intorno. Il nome deriva dal latino “trivium”, e non sta per l’incrocio di tre strade, ma nel suo significato medioevale, cioè le “arti liberali”, grammatica, dialettica e retorica, che insieme a quelle del “quadrivium”, aritmetica, geometria, astronomia e musica, costituivano le basi dell’insegnamento “scolastico”.
Già esistente in epoca romana, infatti oltre al teatro sono presenti le vestigia di terme, templi e l’area archeologica a ridosso dell’”Arco del Sacramento”, all’interno delle mura, anch’esse in gran parte risalenti a quell’epoca, i Longobardi costruirono una vera e propria cittadina, con abitazioni e locande. Classiche case con all’interno un patio, se non un orto o un semplice giardino, sono presenti ancora oggi, che il quartiere è stato riqualificato, dopo essere stato per anni zona malfamata. Attualmente vive un periodo di stallo, a causa della pandemia di Covid che ha colpito l’intero pianeta, ed aspetta di ritornare ad essere quel centro culturale unico al mondo, dove si può mangiare in antiche locande e ammirare luoghi traboccanti storia.
Dovunque si scavi, e tuttora vi sono aree sottoposte a ricerche archeologiche, è un tripudio di reperti, che seppur depredati nei secoli passati, continuano a riemergere alla luce per la gioia degli appassionati. Sotto il quartiere medioevale, costruito originariamente dai Longobardi e poi dai Normanni, vi sono opere e monumenti Romani, ed ancor più in basso Sanniti. Una sola domanda, a questo punto mi si pone, visto che nelle ricerche che hanno stimolato la mia curiosità e mi hanno portato in questo luogo affascinante, ho trovato cenni di spettacoli gladiatori a cui avrebbe assistito l’imperatore Nerone nel 63 d. C., l’Anfiteatro dov’è?