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AUMENTANO LE DIAGNOSI DI CANCRO: OLTRE 377MILA NEL 2020. IL FUMO? UNA CAUSA

Scritto da Gabriele Crispo Il . Inserito in Linea di Confine

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Nel 2020 aumentano le nuove diagnosi di cancro: nell’anno ancora in corso, si registrano oltre 377mila nuove diagnosi, a fronte delle 371mila registrate nel 2019.

Gli uomini sono i più colpiti: oltre 195mila; mentre le donne alle quali viene diagnosticato il cancro, nel 2020, sono 182mila, in forte aumento rispetto al 2019, quando le donne colpite da cancro erano state 175mila. I tumori più frequentemente diagnosticati sono: il carcinoma alla mammella, quasi il 15% dei casi totali; il tumore al colon-retto; il tumore al polmone, in costante aumento; e i tumori alla prostata e alla vescica. Il dato più preoccupante è l’aumento del 3,4% annuo, di carcinoma polmonare tra le donne. La scienza non ha dubbi: l’aumento dei casi tra il sesso femminile è legato all’abitudine/vizio del fumo di sigaretta, che rimane il principale fattore di rischio oncologico.

La buona notizia, in questo marasma di cattive notizie, è l’aumento delle persone vive dopo la diagnosi: le persone vive, nonostante il cancro, nel 2020, sono circa 3,6 milioni. I tassi di mortalità si sono notevolmente abbassati, segno che la medicina sta facendo passi in avanti.

CANCRO AI POLMONI: IL FUMO È UNA DELLE CAUSE

Il fumo è una delle cause della malattia: i fumatori e gli ex fumatori sono i soggetti maggiormente esposti al rischio – lo scrivono finanche sui pacchetti di sigarette - ed è anche responsabile dell’aumento del pericolo di contrarre altre patologie respiratorie, quali la bronchite cronica. Il carcinoma polmonare è una patologia ingannatrice, perché decorre in modo asintomatico o poco sintomatico, specie nei soggetti fumatori, che hanno quasi sempre una tosse abituale. Inoltre, secondo gli studiosi: «Il fumo rappresenta il principale fattore di rischio associato all’insorgenza di ben 17 tipi di tumore, oltre a quello al polmone.  Su 100 pazienti affetti da tumore polmonare, circa l’80-85% sono fumatori o ex-fumatori. Il rischio di contrarre tale tumore cresce all’aumentare del numero di sigarette fumate e degli anni in cui sì è fumato. La nicotina, tra le altre cose, favorisce ipertensione e diabete e nei giovani può interferire con lo sviluppo neurologico. Per di più, le sostanze aromatizzanti, presenti anche nei prodotti senza nicotina – ad esempio nelle sigarette elettroniche - sono sospettate di esporre a rischi per la salute, quali la bronchiolite obliterante».

Chi fuma, o ha fumato, lo sa bene: il fumo fa male ed è difficile arrivare alla ultima sigaretta. Lo sapeva bene, l’inetto, Zeno, di Italo Svevo che al dottor S. diceva: «Adesso che son qui, ad analizzarmi, sono colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente».

Smettere di fumare è un’impresa che può però regalare molto alla nostra salute: in poche ore la frequenza cardiaca torna ad essere normale; inizia a diminuire il rischio di infarto del miocardio; l’ossigenazione del sangue torna alla normalità; il monossido di carbonio sparisce e non è più visibile nel nostro corpo; dopo soli tre giorni, la nicotina sparisce dal sangue; il rischio di infezione si riduce; etc. Migliora il benessere psico-fisico: la pelle, la respirazione, le prestazioni sportive, etc.

Tuttavia, è bene rivelare che i nostri polmoni sono sì in grado di guarire e purificarsi, ma bisogna aspettare almeno 20 anni prima che tornino allo stato primigenio. Se il fumatore fosse scoraggiato da questa ultima notizia, che pensi ai soldi che rispegnerebbe: in un anno un fumatore che fuma venti sigarette al giorno, un pacchetto, spende oltre 1800 euro.

Indipendentemente dai facili umorismi, è bene tenere a mente che, mai come in questo momento, è diventato vitale curare i nostri polmoni, i principali bersagli del Covid-19.