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“La Tuffatrice” Ovvero La Distopia Tedesca di Julia von Lucadou, Con un Occhio a Black Mirror & Hunger Games.

Scritto da Francesco Verdosci Il . Inserito in Letteratura

Julia von Lucadou

In un mondo futuristico in cui praticamente si vive soltanto con l’obiettivo di accumulare punteggi e le emozioni vengono misurate da un dispositivo applicato al braccio, in cui le giornate sono scandite da iper-efficienza, ferree regole comportamentali ed un’abbondante dose “prestabilita” di esercizio fisico, la protagonista del racconto, Riva Karnovsky - campionessa di “Highrise Diving” - tuffandosi dai grattacieli è divenuta una vera e propria celebrità a livello mondiale, con schiere di fan e contratti milionari.

Eppure, nel suo lussuoso attico al centro della metropoli, un giorno decide di mollare tutto. Senza una apparente ragione, Riva scompare dai social insaziabilmente affamati di immagini e news, non si allena più e non parla neanche più. Per rimotivarla viene chiamata la giovane ed ambiziosa psicologa Hitomi Yoshida che dovrà sorvegliarla, giorno e notte, attraverso telecamere nascoste in ogni angolo della casa, finché la psicologa non si accorge d’essere divenuta ella stessa prigioniera di una “virtualità” claustrofobica che ha preso definitivamente ed inesorabilmente l’assoluto controllo della realtà di entrambe. 

La Tuffatrice carbonio editore Copertina

L’autrice Julia von Lucadou è nata a Heidelberg, in Germania, nel 1982 ed ha conseguito un dottorato in scienze cinematografiche, inoltre ha lavorato come assistente alla regia e redattrice televisiva. Attualmente vive tra Vienna, New York e Colonia. “La Tuffatrice” è stato candidato al Klaus Michael Kühne Prize for Best Debut del 2018 ed allo Schweizer Buchpreis del 2018 ed ha vinto lo Schweizer Literaturpreis nell’edizione 2019.

In questo romanzo d’esordio – edito dalla Carbonio Editore nella collana “Cielo Stellato” e con la magnifica traduzione di Angela Ricci – strizzando affettuosamente l’occhio alle disturbanti emozioni e sensazioni di acclamate serie tv come “Black Mirror” di Netflix, palesemente citando qua e là alcuni film come “Arancia Meccanica” del maestro Stanley Kubrick ed “Equilibrium” dell’acclamato regista tedesco Kurt Wimmer ed inserendosi anche, a pieno diritto, nel filone distopico che va da “1984” di George Orwell e “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury per giungere alla trilogia di “Hunger Games”, la giovanissima e talentuosissima Julia von Lucadou costruisce una distopia claustrofobica, ossessiva ed ossessionante, elegantemente resa attraverso sia uno stile narrativo tanto essenziale quanto pieno ed accattivante sia attraverso inquietanti atmosfere asettiche e melanconiche, inchiodando così il lettore alla quotidiana virtualità – che assomiglia terribilmente alla nostra - da cui sembra quasi impossibile scappare.

Julia von Lucadou 02

Forse non sarà un libro adatto a tutti ma è sicuramente consigliatissima la lettura a tutti, per capire quanto la spasmodica caccia di attenzione e like e followers potrebbe derivarci – e forse lo sta già facendo - senza ritorno verso una società mondiale in cui permane una maniacale ossessione verso la perfezione che, se non si raggiunge, porta all'abisso, alla povertà ed all'invisibilità stessa; una società, dunque, in cui contano solo i numeri che le nostre “prestazioni e visualizzazioni” realizzano nella virtualità e non quello che vogliamo essere nella realtà.

Buona Distopia a tutti.