fbpx

“Malcolm e Marie”: il primo film americano dopo la pandemia

Scritto da Vitaliano Corbi Il . Inserito in Cinema & TV

malcolm and marie button 1610137853164

Si può restare incollati allo schermo per un’ora e quarantasei minuti di soli dialoghi in bianco e nero tra un uomo e una donna, esclusivamente all’interno di una casa, senza che accada nulla di realmente sconvolgente o inaspettato?

La risposta, incredibilmente, è: sì, si può eccome. A dimostrarlo è il primo film americano a essere stato completato dopo lo scoppio della pandemia di covid-19: “Malcolm e Marie”, scritto e diretto da Barry Levinson con David Washington e Zendaya, uscito in Italia sulla piattaforma di streaming Netflix il 5 febbraio 2021.

“Malcolm e Marie” è stato girato durante la pandemia con soli due attori, mentre tutte le grandi produzioni hollywoodiane erano ferme, e il regista Levinson ha architettato tutta una serie di strategie e accorgimenti che da pratici e inevitabili si sono velocemente trasformati in stilistici e formali, donando al prodotto cinematografico alcune delle caratteristiche identitarie che lo rendono diverso da ogni altro film prossimamente in uscita: pochi ambienti – le stanze di una villa e il cortile che la circonda – e un magistrale lavoro nella costruzione di dialoghi serrati e coinvolgenti tra i due protagonisti; Malcolm, regista afroamericano, baldanzoso in seguito alla première ricca di critiche positive al suo ultimo film, e la sua compagna Marie, ex attrice ed ex tossicodipendente.

Il film, dunque, procede per tutta la sua durata con un’alternanza schizofrenica di litigi spietati e momenti di dolcezza estrema tra i due amanti, toccando anche tematiche sociali di fervente attualità; prima fra tutte, il moralismo accademico e datato della critica cinematografica negli Stati Uniti, specialmente nei confronti di un regista nero, la cui arte sembrerebbe poter essere ben giudicata soltanto se politicizzata all’estremo.

“Malcolm e Marie” non solo è originale per le particolari modalità di produzione adottate ai tempi del coronavirus, ma lo è anche per alcuni dei problemi sociali americani, e in parte globali, che riesce a trattare attraverso la recitazione, solo leggermente tendente al parossismo, dei due suoi abilissimi attori.