Mondiali di sci: finalmente una medaglia. È oro ed è donna
Partecipare ad un Campionato del Mondo come paese organizzatore, qualsiasi sia la disciplina, comporta sempre delle grandi responsabilità, e delle grandi aspettative. E se i risultati non arrivano, non solo la delusione è tanta, ma va in crisi un intero sistema. È già un anno triste per lo sci e per tutti gli sciatori italiani, che causa Covid, con tutti gli impianti chiusi, si limitano a vedere le gare in televisione. Ma se poi si resta a secco, nonostante si disputino a Cortina d’Ampezzo, perla delle Dolomiti, che ospitò la prima Olimpiade Invernale d’Italia, con il mitico Zeno Colò e tanti altri successi, la cosa diventa grave ed imbarazzante.
La nostra sciatrice di punta, la regina, la bergamasca Sofia Goggia, su cui si riponevano le migliori speranze azzurre, si è incredibilmente infortunata in allenamento pochi giorni prima dell’inaugurazione della kermesse di Cortina. Panico! Ma la Nazionale di sci ha altre cartucce da sparare, ma tardano ad esplodere. Il Mondiale è già entrato nel vivo, discesa libera, super G, gigante; maschile e femminile si susseguono, e se il pur bravo Dominik Paris conquista due tristi “medaglie di legno”, il medagliere continua a segnare zero per l’Italia. Lo sgomento e la delusione si impossessano dei cuori degli appassionati, e si riflettono nel mesto tono di voce dei commentatori televisivi, quando finalmente il 16 arriva la prima medaglia azzurra, ed è d’oro!
Ancora una volta a salvare l’onore nazionale è una donna, una ragazza non ancora ventiquattrenne di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo: Marta Bassino. Marta non è certo una principiante, ha al suo attivo ben 5 vittorie in coppa del Mondo, tutte in slalom gigante, e altri 17 podi, ma ci regala uno splendido oro, nel momento giusto, e nella disciplina più spettacolare, anche se la più criticata, dello sci alpino: lo slalom parallelo. Correre con un cronometro, contro il tempo, è il mestiere di sciatori e sciatrici, ma ben più emozionante è farlo contro un avversario. Il “match race”, che vede due atleti correre affiancati, e chi arriva per primo vince. Per i più anziani ricorda la storica sfida di molti anni fa, tra Gustavo Thoeni e Ingemar Stenmark, che si giocarono una Coppa del Mondo inaugurando questa disciplina, diventata adesso gara da Mondiale e da Olimpiade. Dominio di una splendida fanciulla italiana, la bionda Marta Bassino.
Nei quarti di finale lo scontro è fratricida, e vede opposte Marta a Federica Brignone, altra sciatrice di punta della Nazionale, e non è priva di polemiche per la differenza dei tracciati, che comunque, in due manche, le atlete affronteranno entrambe, a vicenda. La finale, contro l’Austriaca Katharina Liensbergen, nella somma delle due manches, riserverà la sorpresa di due tempi esattamente uguali, infatti la medaglia d’oro viene assegnata ex-aequo. Un inizio di protesta della nazionale austriaca fa correggere le misurazioni, ma non ci sono nuvole su questo successo, semplicemente la nostra campionessa lo divide con la collega Austriaca. All’annuncio di questa vittoria condivisa le due ragazze si abbracciano raggianti: seppur condiviso, è comunque un successo mondiale.
Ancora una volta, come scrissi nel mio articolo pubblicato sul numero di Q. di N. del 2 marzo 2018, è un Elogio della donna italiana!