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UN ANNO DI DAD: TRA CAMBIAMENTO E DISPERSIONE SCOLASTICA

Scritto da Imma Galluccio Il . Inserito in Vac 'e Press

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In un periodo storico così difficile, in cui la pandemia ha distrutto intere realtà tra cui anche quella scolastica, le nuove generazioni, navigano in balia dei dpcm e delle ordinanze regionali ritrovandosi spesso confusi e isolati da una scuola che non è più socialità e condivisione ma che rispecchia in pieno l’emergenza e le difficoltà che il Covid-19 crea ancora oggi.

Un anno di DAD è ormai alle porte, erano i primi di marzo dell’anno scorso quando le scuole italiane si fermarono per quello che fu un periodo, in cui il Covid-19 era ancora sconosciuto e sembrava lontano da quella che era un’Italia confusa dalle notizie sul virus. Tirando i conti alla fine di un anno difficile, possiamo dire che la DAD è stata un’alternativa a quella che era la scuola in presenza, probabilmente non all’altezza, ma che ha permesso di continuare le attività didattiche.
Per alcuni ragazzi, la scuola è stata durante il lockdown un modo per restare aggrappati alla realtà e non cadere nello sconforto, altri invece si sono sentiti abbandonati a se stessi e hanno deciso di abbandonare la scuola.

La dispersione scolastica, in Italia, è un problema che era presente anche prima della pandemia ma con la DAD è cresciuta enormemente, incentivata anche dalle difficoltà economiche per molti che non avevano i dispositivi adatti per partecipare alle lezioni, anche se nell’ultimo periodo è in calo. Calo dovuto soprattutto al ritorno a “singhiozzo” in presenza, si registra comunque un tasso elevato dell’evasione scolastica in Italia rispetto agli standard europei.
Le scuole durante questo lungo periodo si sono adattate alle norme anti-contagio e sono state definite “sicure” da ogni mass media, pronte per l’imminente riapertura dello scorso settembre.

In Campania le scuole superiori sono state aperte per una media di due mesi: un mese da settembre-ottobre 2020 poi chiuse dal presidente della regione Vincenzo De Luca per l’aumento dei contagi Covid, e riaperte in seguito il 1 febbraio scorso e poi nuovamente chiuse tornando alla didattica a distanza dal 1 marzo fino probabilmente al 14 marzo prossimo; per completare le vaccinazioni del personale scolastico, infatti, il vaccino AstraZeneca già dalla prima somministrazione ai docenti provoca alcuni effetti collaterali come: febbre, brividi , spossatezza, che impossibilitano i professori a svolgere le attività didattiche.

Quest’anno scolastico, quindi, è ancora all’insegna della DAD un metodo che ormai come lo definì la ex ministra dell’istruzione Azzolina - inefficiente- ma le scuole continuano ad essere chiuse e l’insoddisfazione dei ragazzi e anche dei genitori è crescente. Infatti, in Campania, i genitori hanno fatto più volte ricorso al Tar contro la chiusura delle scuole soprattutto delle elementari, dove bambini dai 5 ai 10 anni hanno bisogno di continue assistenze da parte dei genitori che invece devono lavorare. In questo caso diventa un problema sociale aprire le scuole sia per l’istruzione dei bambini sia per arginare le difficoltà economiche dei genitori, che per seguire i figli non riescono a lavorare.

Il 1 marzo il tribunale amministrativo campano ha respinto la richiesta del ritorno a scuola fatta da un gruppo di genitori e dal Codacons, che già per due volte avevano vinto contro l’ordinanza di De Luca, ma questa volta come ha replicato il TAR -il contagio in Campania sia sta espandendo sempre di più e lasciare le scuole aperte sarebbe un ulteriore fonte di contagio-.

Un altro punto interrogativo è lo svolgimento dell’esame di maturità, che inizierà in Italia il 16 giugno, quest’anno sarà simile a quello svolto l’anno scorso: ci sarà la discussione di un elaborato di cui non si conoscono ancora gli argomenti, che verranno assegnati agli alunni dal consiglio di classe entro e non oltre il 30 aprile. L’esame post covid sarà un esame orale in cui si misureranno le capacità degli alunni di collegare tutte le materie ad un unico argomento, integrando, a questi, nozioni di educazione civica e l’esperienza dell’alternanza scuola lavoro.

Resta però ancora un mistero da chi sarà composta la commissione di maturità, solitamente composta da 6 docenti e un presidente, quest’anno sulle orme dell’anno scorso si pensa che la commissione sia formata da presidente esterno e la commissione interna, queste però sono solo delle indiscrezioni che verranno sicuramente chiarite dal nuovo ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.