Politica e polemica al Festival di Sanremo
Il Festival di Sanremo è terminato da qualche giorno e il giovanissimo gruppo rock dei Maneskin ha vinto la gara canora con “Zitti e Buoni”, davanti a Fedez & Francesca Michielin e a Ermal Meta. Ma al di là della competizione e del risultato finale, cerchiamo di rispondere a una domanda: la politica è stata presente al Festival?
Tra i concorrenti, il gruppo da cui ci si aspettava qualcosa, in questo senso, è sicuramente Lo Stato Sociale, ma la loro prima performance ha dimostrato tutt’altro. Non si è trattato di un’esibizione rivelatrice di una critica nei confronti del Governo; non è stata un’implicita invettiva al modus operandi di un certo tipo di politica.
A essere completamente assente è stato quell’amore per la ribellione e per la rivoluzione che più volte Lo Stato Sociale ha inserito nei testi delle proprie canzoni.
Il brano “Combat Pop”, che il gruppo bolognese ha portato al Festival, è solo una grande, delirante, festa: una presa in giro nei confronti di chi si erge a cantautore impegnato, credendo di poter andare sul palco dell’Ariston per essere illuminante nello smuovere la coscienza politica del pubblico.
Nella serata dei duetti, però, Lo Stato Sociale ha cambiato completamente atteggiamento, portando in scena un problema molto grave, un effetto tragico della pandemia: la crisi del mondo dello spettacolo. Sul palco sono apparsi registi e attori, tra cui Francesco Pannofino, Sergio Rubini ed Emanuela Fanelli. Ognuno di loro ha recitato un breve monologo che in realtà è una denuncia il fallimento della politica nella gestione di un universo importantissimo per la cultura e l’intrattenimento di un paese come l’Italia, ricchissimo in questo campo.
Per Lo Stato Sociale un responsabile di questa tragedia è sicuramente il capitalismo stesso. Si può essere d’accordo o meno sul fatto che il capitalismo abbia evidenziato i propri limiti con lo scoppio della pandemia di covid-19, e che sia rintracciabile in esso la colpa di tutti mali che stanno aggredendo il mondo dello spettacolo.
In ogni caso, si tratta di un punto di vista. E che ci sia stata produzione e vitalità di pensiero anche al Festival di Sanremo non può che farci un grande piacere.