fbpx

Toni Servillo porta al San Ferdinando "Le Voci" di Eduardo

Scritto da Roberto Calise Il . Inserito in Teatro

2014.01.02 - Le voci di dentro di Servillo

Un testo del miglior drammaturgo napoletano del Novecento, portato in scena dal “mattatore” del teatro e del cinema italiano del primo decennio degli anni Duemila. Comincia nel migliore dei modi il 2014 teatrale della città di Napoli, che fino al 12 gennaio vedrà Toni Servillo interpretare Le voci di dentro di Eduardo De Filippo, sul palco della vecchia “casa” dell’indimenticato autore, ossia il teatro San Ferdinando.

Sono passati dieci anni da quando Servillo si cimentò con un testo di Eduardo: all’epoca toccò a Sabato, domenica e lunedì, e fu un successo di pubblico e di critica. Lo stesso successo che ora Le voci di dentro stanno riscuotendo non solo in Italia. Lo spettacolo, dopo le prove dello scorso inverno effettuate proprio al San Ferdinando, è subito “emigrato” verso Marsiglia, Capitale Europea della Cultura 2013, per poi toccare il Teatro Argentina di Roma, il Verdi di Salerno, l’Arena del Sole di Bologna, ed emigrare di nuovo verso Locarno e San Pietroburgo. Con l’inizio del nuovo anno, il testo eduardiano torna finalmente a casa, prima di ripartire per una tournée italiana ed europea che si prospetta ancora lunga.

Come ogni volta che il figlio Luca, il nipote Luigi o altri celebri interpreti (come Silvio Orlando o lo stesso Toni Servillo) ripropongono il teatro di Eduardo, il calore dei napoletani non si è fatto attendere: trovare un biglietto invenduto è praticamente impossibile. Il cast è probabilmente uno dei motivi di tanto entusiasmo. I due fratelli Saporito, protagonisti dello spettacolo, sono infatti interpretati dai due fratelli Servillo: da un lato Toni (Alberto Saporito) nella parte che fu dello stesso Eduardo, affiancato da Peppe (Carlo Saporito), leader della band Avion Travel prestato al teatro, con risultati notevolissimi. Come controparte alla famiglia Saporito, vi è la famiglia Cimmaruta, di cui Gigio Morra – attore napoletano celebre per film come Io speriamo che me la cavo (1993), Gomorra (2008), Fortàpasc (2009), Bella addormentata (2012) e Benvenuto Presidente (2013) – interpreta il capofamiglia Pasquale, accusato ingiustamente di omicidio dai fratelli Saporito, imprenditori in disgrazia e invidiosi delle sue fortune economiche. Mentre Alberto si rende conto di aver solo sognato l’omicidio, commettendo quindi un tragico errore, comincerà un lungo elenco di “confessioni” e accuse vicendevoli fra i membri della famiglia Cimmaruta (Betti Pedrazzi – Rosa Cimmaruta; Vicenzo Nemolato – Luigi Cimmaruta; Marianna Robustelli – Elvira Cimmaruta; Lucia Mandarini – Matilde Cimmaruta). A inizio e alla fine del testo, due moniti sull’incomunicabilità e sulla mancanza di fiducia reciproca fra gli esseri umani: l’incubo della cameriera della famiglia Cimmaruta (la brava Chiara Baffi, interprete lo scorso anno di Chiove, adattamento in salsa napoletana di “Plou a Barçelona”, testo del catalano Pau Mirò, in scena al Teatro Nuovo), e la morte di Zi’ Nicola (Daghi Rondanini), parente dei Saporito, in silenzio da anni per scelta, con i suoi soli fuochi d’artificio a legarlo con il mondo.

Le atmosfere di sospetto e di scarsa fiducia nel prossimo sono un prodotto del periodo storico di stesura del testo, il 1948, a ridosso della Seconda Guerra Mondiale. Per tre atti lo spettatore resta sospeso in un’atmosfera a metà fra realtà e illusione, dove Eduardo analizza con crudezza la cattiva coscienza dei suoi personaggi, colpevoli di tante piccole meschinità e capaci di ordire piani, come si vedrà, ben più gravi. Un’accusa, per l’epoca, rivolta velatamente allo stesso pubblico, appena uscito da una guerra, sotto molti aspetti, fratricida.

Non si può quindi uscire dalla sala se non con un po’ d’amaro in bocca. Lo stesso sapore acro che si prova al pensiero che questa opera, pensata e scritta a Napoli dal più grande drammaturgo partenopeo di sempre, e riportata in auge da un altro figlio del Golfo come Servillo, è stata prodotta principalmente dal Piccolo di Milano e dal Teatro di Roma. Nella terra che ospita ogni anno il Teatro Festival, nessuno stabile, tantomeno quello diretto da Luca De Fusco, è stato capace di produrre un’opera già di per sé completamente made in Naples. Non è probabilmente un caso che lo spettacolo approdi al San Ferdinando, - che è, ripetiamo il teatro di Eduardo - a quasi un anno dal debutto. Una piccola débâcle segno di questi tristi tempi, in linea con quelli de Le voci di dentro.

 
 
Le voci di dentro di Eduardo De Filippo
Dal 2 al 12 Gennaio 2014, Teatro San Ferdinando, Napoli

Per maggiori informazioni: