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S’Arte, il progetto di ecosartoria nato alla periferia est di Napoli

Scritto da Elisabetta Di Fraia Il . Inserito in Linea di Confine

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Arriva dalla periferia est di Napoli, precisamente quartiere ponticelli, una bellissima storia di emancipazione femminile e di speranza. Venti donne tra i 25 e i 70 anni confezionano abiti ricavati dai rifiuti tessili grazie alla collaborazione con il centro Remida Napoli che fa parte di un network internazionale che oggi conta dodici sedi. La prima è nata a Reggio Emilia nel ’96 all’interno di un progetto che voleva dare forma ad una visione più sostenibile del mondo partendo dai bambini.

Nel ’99 poi, la giunta Bassolino, in uno slancio di attenzione verso l’infanzia, stipulò una convenzione con il comune emiliano che ha portato alla nascita del primo Centro Remida a Napoli, il secondo in Italia. L’iniziativa era resa possibile dalla legge 285 del ’97 che istituiva un fondo nazionale speciale per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza. Oggi nel centro Remida Napoli si trova una vera e propria sartoria sociale in cui donne di tutte le età, molte di loro arrivano da contesti difficili e con storie familiari complesse, hanno dato vita al progetto S’Arte. Si tratta di un progetto ecosartoria sociale nato durante il lockdown grazie agli scarti industriali.

Proprio come il mitico re frigio che trasformava in oro tutto ciò che toccava, le donne, i bambini, le famiglie che mettono piede nel Centro di Ponticelli danno nuovo pregio ai materiali d’avanzo di industrie e artigiani della zona. Carta, plastica, legno, mattonelle, pelli, parati e tessuti di ogni genere qui vengono recuperati e diventano il fulcro delle diverse attività in cui è impegnato il centro.

"Il momento più bello è stato quando abbiamo sfilato tutte insieme con le gonne che ci siamo cucite con gli scarti maschili sequestrati alla camorra a San Giuseppe Vesuviano. E dire che non sapevamo neanche fissare un bottone", racconta Paola Mango, 44 anni, sposata da 21, casalinga, madre di due ragazzi ventenni, originaria di Scampia, volontaria di Libera, associazione contro le mafie. "Cucire è diventato un lavoro - continua Paola - ci commissionano abiti, abbiamo finito dei kimoni bellissimi, ma è anche una scusa per stare insieme e aiutarci a vicenda". Ora questo gruppo di sarte lancia un appello alle grandi griffe: "Donateci i vostri scarti industriali, per noi sono preziosi e così rispettiamo anche l’ambiente".