fbpx

“Il vento nero non vede dove va”: di Jea- Noël Schifano

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Letteratura

WhatsApp Image 2021 10 27 at 10.32.58

Martedì 12 ottobre, a Palazzo Venezia, si presenta l’ultimo libro di Jean-Noël Schifano, già direttore dell’Istituto Francese Grenoble, scrittore arguto e poliedrico, personaggio conosciuto e benvoluto a Napoli, di cui lui è cittadino onorario, e spesso e volentieri così si presenta.

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

Siamo nei locali di A’Mbasciata, le stanze, appunto, della vecchia ambasciata della Repubblica di Venezia nel Regno di Napoli. La prima persona che vediamo è il musicista Marco Zurzolo, che con il suo sax a tracollo impartisce le ultime direttive al contrabasso ed alla chitarra, anche lui venuto ad omaggiare l’amico, tra brani di lettura e discussioni storico-politiche, con la sua musica.

“Il vento nero non vede dove va” comincia, e tutta la sua narrazione si svolge, con una tardiva risposta ad una lettera che il padre dell’autore riceve sessant’anni prima di scrivere queste pagine, da Curzio Malaparte, suo amico, di cui è, insieme ad altri noti scrittori italiani, il traduttore in Francese. Come recita il sottotitolo, è una feroce satira agli anni di malgoverno dell’Italia, dalla farsa dell’Unione, perpetrata ai danni del fiorente quanto illuminato, Regno delle Due Sicilie, ai giorni nostri, dove un colorito direttore di Circo, di verniana memoria, impazza tra “gaffes” ed “escorts”.

WhatsApp Image 2021 10 27 at 10.32.58 1

Giannatale comincia ad arringare l’amico del padre, l’autore de “La pelle”, come suo solito, con qualche tiratina di orecchie, della serie: perché tu così preciso con il passaggio degli Americani a Napoli non parli del vero protagonista di questo storico avvenimento? Ignori volutamente il gangster Lucky Luciano, che con i suoi servigi rese possibile lo sbarco Alleato nell’Italia Meridionale, perché lavori per la CIA o perché il Vaticano, vero padrone della Penisola, non vuole? Dal tuo rifugio dorato, o meglio rosso, perché è questo il colore della splendida villa del Toscano a punta Masullo, sull’isola di Capri, preferisci ignorare alcuni avvenimenti e sottolinearne altri, a tuo piacimento, così come carezzi il potere mussoliniano, per poi astutamente beffeggiarlo, come poi farai con i tuoi stessi familiari, lasciando in eredità la stessa futuristica quanto ironica Villa, alla Repubblica Popolare Cinese? Il senso d’impunità dato dal “buen retiro” sullo Scoglio, “le Gros Cailloux”, e poi tra le braccia di Mao, ti permettono di dire ciò che vuoi, ma a me non la fai!

Smaschera la sua falsa testimonianza sugli ebrei crocifissi lungo le strade dell’Ucraina, Malaparte non è mai stato in Ucraina; ma forse anche questa lettera non è mai stata scritta.     

WhatsApp Image 2021 10 27 at 10.32.58 2                                                                                   

Schifano non dimentica, come fa sovente, di elencare i primati del Sud, come la prima ferrovia d’Europa, la Napoli-Portici, o l’industria siderurgica in Basilicata, vera eccellenza, né di inveire, vero Napoletano, contro il bandito Garibaldi, che entrato in città non si diresse immediatamente su obiettivi militari sensibili, bensì al Banco di Napoli, ed i suoi mandanti. Il vil Savoia ed il conte Penso di Cavour.

 E ci diverte ancora Giannatale, quando, primo ad avere il coraggio di scriverlo nero su bianco, si interroga sulle reali capacità di alcune ministre dei governi Berlusconi. La Carfagna, cosa fa in realtà? E la Brambilla? Bella è bella, si vede, rossa e statuaria, ma riesce a parlar d’altro oltre alla difesa dei cagnolini randagi del Nuorese? È vero che più alto e distante è il punto di osservazione, e più chiaramente si vedono le cose, ma non le manda a dire! Gode anche lui di un certo senso d’impunità, essendo Transalpino ( eh si, per noi, il Transalpino è lui! ).                                        

Continua a menar ceffoni, ma Pirimpipi-Pirimpipone, al secolo Saviano, se li merita. Non basta costruirsi una falsa “fatwa” stile Salman Rushdee, i cui versetti altrimenti, più che satanici sarebbero stati ignorati, per definirsi “scrittore”, ma con il battage-montaggio del più famoso editore italiano, del Nord ovvio, sembra sia riuscito a trasformare una montagna di rifiuti in un cumulo di denaro. 

Per ultimo, ma non ultimo, un omaggio a Miriam Makeba, ed alla sua misteriosa morte. Venuta a cantare per omaggiare i suoi connazionali uccisi, non i finti scrittori, beve un bicchierino di cognac, come il caffè di Lucky Luciano, e muore. Niente autopsia, per oscuri, nel senso che non si sa quali, riti stregoneschi, il corpo viene rispedito in fretta e furia in Africa.                 

Ci mette un’altra pulce nell’orecchio Schifano.

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});