La difficile transazione dalla scuola all’Università
Quando uno studente termina il percorso scolastico, si diploma e decide di iscriversi all’università, inevitabilmente, si ritrova immerso in un mondo nuovo e a lui ignoto.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});Uno dei primissimi sentimenti dominanti, che si fa strada all’interno di quelle aule enormi, spaesanti e straripanti di gente, risulta essere: la paura.
Ma perché un’emozione di questo tipo, spesso, scavalca le altre? Insomma, perché si ha paura?
Provando a dare una risposta a quest’interrogativo, uno dei motivi principali risulta essere la caduta di gran parte delle certezze quotidiane.
Se ci riflettiamo, la scuola è stracolma di certezze ed è bravissima a dispensarle. Non necessariamente queste certezze sono positive, ma anche negative: la certezza, ad esempio, del gruppo classe. A scuola, il gruppo classe non cambia, può piacere, può non piacere, ci si può andare d’accordo oppure lo si può giudicare insopportabile, ma quello rimane. I compagni di classe, grossomodo, sono tutti “vicini di casa”. Ci si può uscire la sera senza troppi problemi.
Ancora, la certezza del controllo costante del docente sullo studente. Quest’ultimo può esserne felice, può sentirsi guidato, rassicurato; altre volte può desiderare di liberarsene a tutti i costi. Ma quel controllo, quelle interrogazioni quasi giornaliere, bisogna tenersele per forza.
All’università cambia tutto. Il controllo sparisce. Il gruppo classe pure. Può capitare che i colleghi, magari proprio quelli con cui si vuole fare amicizia, abitano lontani.
E mentre il controllo sparisce, appare la responsabilità. Dunque, la paura. Ma la responsabilità è una cosa bellissima, perché significa, innanzitutto, autonomia.
E man mano, ci si rende conto che all’università anche il rapporto autonomo, per l’appunto, con le discipline cambia. Bisognerebbe tenere a mente che la mancanza di conoscenze pregresse in alcune discipline, totalmente nuove, è di gran lunga meno importante della motivazione che si ha ad acquisirle.
Spesso, il linguaggio universitario stesso, può sembrare una lingua straniera. Le informazioni su sigle, termini, pratiche, uffici, sono tante e possono apparire impossibili da ricordare. Perciò, in conclusione, l’invito che quest’articolo vuole porgere agli studenti che stanno affrontando questo difficile percorso di transizione, è quello di non vergognarsi, mai, a rivolgersi agli uffici di orientamento di cui le università dispongono. Orientarsi significa, letteralmente, “trovare l’oriente”, il punto in cui nasce il sole e, in senso più ampio, sapere in quale direzione spostarsi per raggiungere un determinato luogo. In ogni momento della vita siamo impegnati nella ricerca della nostra isola e l’orientamento universitario può fornire una barca utile per aiutare alla navigazione. I percorsi di orientamento, infatti, aiutano a superare le difficoltà riscontrate in periodi di incertezza che caratterizzano transizioni fondamentali nella vita delle persone.
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