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Congresso regionale: rendiamo più chiaro il segno dell’innovazione!

Scritto da Riccardo Barone Il . Inserito in Il Palazzo

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Il 16 febbraio si celebreranno, in tutta Italia, i congressi regionali del PD, che costituiranno l’ultimo passaggio del processo di elezione della classe dirigente del PD, cominciato con i congressi locali e provinciali dello scorso autunno.
Questa è l’occasione, non solo per rafforzare il vento di cambiamento che ha investito il PD, ma, soprattutto, per vedere nascere una nuova classe dirigente campana in grado di cambiare verso alla politica regionale.

Ora è il momento di mettersi in gioco, per chi vuole vedere un PD che si preoccupi dei problemi della Campania e non di quelli delle “correnti”. Un congresso vero, infatti, servirà per consegnarci un segretario regionale che in grado di affrontare la ricostruzione del PD campano.
Il nuovo segretario dovrà condurre il PD alle elezioni regionali del 2015: questo compito, dopo la sconfitta di De Luca nel 2010, appare il più difficile, in quanto, dopo il ventennio bassoliniano il centrosinistra non è ancora riuscito a dare vita a nuove proposte politiche, in grado di riscattare il malcontento dei cittadini campani. Alle ultime elezioni politiche, la coalizione “Italia. Bene comune” ha perso contro il centrodestra di quasi il 10%, questo dato mostra che tutto il malcontento verso un governo regionale, obiettivamente inerte, non ha spinto l’elettorato verso il PD.
Chi si candida alla guida del PD, inoltre, deve essere consapevole che per cambiare lo stato delle cose è necessario riprendere a coordinare i consiglieri regionali, quest’ultimi, da tempo, non sono in grado di esprimere la posizione del Partito sui temi più importanti, non abbiamo notizia di un piano energetico o di un piano sanitario alternativo a quelli “lacrime e sangue” offerti dal Presidente Caldoro, su questo punto la segreteria di Amendola non è mai stata in grado di incalzare i rappresentanti istituzionali del PD, nell’elaborazione di un’opposizione costruttiva alla maggioranza del(l’ex) Pdl.
Le nuove forze, di cui la politica campana ha bisogno, dovranno ragionare su orizzonti più ampi di quelli attuali: nel pieno delle riforme istituzionali, la segreteria regionale uscente non è entrata nel dibattito sull’utilità o meno dell’attuale ripartizione delle regioni. Siamo sicuri che un mezzogiorno continentale, diviso in sei regioni, sia più efficiente di un mezzogiorno unito, che abbia, quindi, un unico organo legislativo ed un’unica strategia di sviluppo?
È arrivato il momento di dare vita ad un nuovo PD campano, che in poco tempi riaffermi il primato della buona politica, chi ha detto che il cambiamento non può superare il Garigliano?