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Una didattica autoritaria e paranoica

Scritto da Vitaliano Corbi Il . Inserito in A gamba tesa

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Il terrore di essere fregati, l’orrore di darla vinta ai propri studenti, la necessità spasmodica, nonché penosa, di affermare la propria maturità morale e professionale.

Sono tutti sintomi di una malattia che colpisce troppo spesso i docenti di scuola in Italia; una malattia che sembra essersi acuita con lo scoppio della pandemia e con l’avvento della didattica a distanza. La nuovissima storia, ambientata in un liceo di Verona, che vede protagonista un’insegnante di tedesco, (perdonerete l’uso della parola “insegnante”) la quale ordina alla sua studentessa quindicenne di bendarsi con una sciarpa per dimostrare di sapere tutto, davvero tutto, all’interrogazione, non è altro che l’ennesima prova di prepotenza e di inadeguatezza, proprio da parte di chi dovrebbe educare a non essere prepotenti e inadeguati.

La Dad, inutile negarlo, ha permesso agli studenti di barare con molta più facilità alle interrogazioni, scritte e orali. È uno dei tantissimi risvolti negativi di un assetto emergenziale nel settore della scuola, la stessa scuola in cui, prima o poi, i ragazzi e i professori torneranno stabilmente. La Dad scomparirà, o farà da supporto alla didattica in presenza, i cattivi docenti no. Loro resteranno ben piantati nelle aule, a rovinare le giornate degli studenti “in malafede”.

Ma se la politica non si occupa di investimenti strutturali per riformare la scuola e se nessuno si smuove per la messa a punto di nuovi metodi e nuove procedure per selezionare i docenti, questa volta, saranno i ragazzi del liceo veronese a sbarazzarsi di chi compie abusi di potere. Hanno già chiesto provvedimenti al dirigente scolastico, sanno che la registrazione della lezione può arrivare all’Ufficio scolastico regionale, dove si prendono i provvedimenti disciplinari. E noi li supportiamo, affinché l’insegnante possa bendarsi il volto, ma dalla vergogna.