Gérard de Nerval
Pseudonimo dello scrittore francese Gérard Labrunie (Parigi 1808-1855). Orfano di madre, trascorse l’infanzia nel Valois, lontano dal padre, medico nelle armate nel Reno. Ricondotto dal padre a Parigi, entrò (1820) al liceo Charlemagne.
Ben presto prese a frequentare il cenacolo romantico di Victor Hugo e si fece conoscere con una pregevole traduzione del primo ‘Faust’ (1828), lodata da Goethe, e con i versi di ‘Odelettes’ (1832), mentre si accentuava in lui l’interesse per la letteratura fantastica. I temi ossessivi di alcune poesie preannunciavano già lo scoppio della prima crisi di follia (1841), il cui pretesto apparente fu la fine dell’amore con l’attrice Jenny Colon. Superata la crisi, avendo appreso la notizia della morte della donna (1842), ne trasfiguro l’immagine, coltivando con sempre maggiore libertà la sua esaltazione ideale.
Nel 1843 intraprese un lungo viaggio in Oriente trovando nei miti orientali nuovo alimento alle sue osservazioni (‘Voyage en Orient’, 1851). Tra una crisi e l’altra compose i racconti di ‘Les filles de feu’ (1854), tra cui ‘Sylvie’, forse il momento più alto della produzione di Nerval, i sonetti ermetici di ‘Chimères’ (1854); il diario spirituale ‘Aurélia’, rievocazione di Jenny Colon, dei propri sogni, delle proprie “discese” nell’abisso in bilico tra sogno e realtà, a indicare che in lui la conquista poetica si era realizzata attraverso la sconfitta della ricerca razionale. Accanto alle opere che fanno di lui un grande precursore della poesia moderna, Nerval ne scrisse molte altre, talvolta in collaborazione o nell’anonimato, di teatro, di scienze occulte, di narrativa: ‘Les Illuminés’ (1852), ‘Les petits chateaux de Bohème’ (1853), ‘La Bohème galante’ (1854), ‘Contes et facéties’ (1854). Fu trovato all’alba del 25 gennaio 1955, impiccato a una finestra di un tugurio. Non si è mai potuto accertare se fu assassinato o, come sembra più probabile, si tolse la vita. Era stato anche a Napoli.