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Tumore al seno, dall’ospedale Pascale di Napoli arriva un farmaco per contrastare le forme più aggressive

Scritto da Elisabetta Di Fraia Il . Inserito in Succede a Napoli

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Nonostante i molti progressi fatti, con 55mila nuovi casi diagnosticati nel 2020 e 37mila italiane che convivono con una neoplasia metastatica, il tumore al seno è il più diffuso tra la popolazione femminile rappresentando la prima causa di morte tra le donne.

Tra le forme più difficili da combattere, perché biologicamente più aggressivo rispetto agli altri sottotipi tumorali, vi è il carcinoma triplo-negativo che rappresenta il 15% dei tumori alla mammella e viene più frequentemente diagnosticato nelle donne giovani (prima dei 40 anni). Infatti, il termine triplo-negativo indica l’assenza di tutti e tre i marcatori che in qualche modo «guidano» il trattamento nelle altre forme di tumore che invece hanno recettori ben definiti.

In questo caso, invece, le cellule neoplastiche non presentano né il recettore per l’estrogeno né per il progesterone, ovvero quei recettori che portano a definire il tumore ormono-dipendente e rendono possibile l’opportunità di puntare sulla terapia anti-ormonale.

«Il tumore al seno viene al momento classificato in tre sottotipi principali, definiti a seconda dei recettori presenti sulle cellule tumorali - spiega Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica dell’ospedale Pascale di Napoli. Nello specifico, ci sono tumori cosiddetti "luminali" che presentano recettori per gli estrogeni e per il progesterone e che, per questo, beneficiano delle terapie ormonali; i tumori HER2-positivi che presentano recettori per un fattore di crescita (la proteina HER2) che alimenta la proliferazione del tumore, che possono essere trattati con anticorpi monoclonali e piccole molecole; e, infine, i triplo negativi che non presentano né il recettore per estrogeni, né quello per il progesterone e nemmeno per la proteina HER2».

E' proprio in virtù di queste numerose differenze che è fondamentale la biopsia, passo necessario a comprendere quale specifico carcinoma mammario sia presente nella singola paziente, prima di iniziare qualsiasi terapia. Non sempre, quindi, la chirurgia è il primo passo corretto. «Nel caso dei tumori triplo negativi, ad esempio, se questi sono superiori al centimetro, la strada migliore da seguire è quella neoadiuvante, cioè trattare il tumore con farmaci prima dell’intervento chirurgico per ridurlo, ma soprattutto per ricevere informazioni utili per la successiva impostazione terapeutica e per capire se il tumore è sensibile alle terapie praticate. Un altro dei motivi per cui è indispensabile procedere alla caratterizzazione del tumore prima di operare è che sono in arrivo nuovi farmaci immunoterapici che potremo usare solamente nella fase pre-chirurgica».

Vanno in questo senso anche i risultati della sperimentazione di fase tre KEYNOTE-522 appena pubblicati che indicano l'utilità di aggiungere pembrolizumab alla chemioterapia nelle donne con un carcinoma mammario triplo negativo ai primi stadi prima di procedere all'asportazione del tumore in modo tale da prolungare in modo significativo la sopravvivenza libera da eventi avversi in pazienti con tumore al seno triplo negativo (la riduzione del rischio di eventi avversi o morte è del 37% a 39 mesi). «Questi risultati cambiano lo scenario per le pazienti - commenta De Laurentiis - un netto miglioramento della prognosi di questi tumori e un potenziale aumento della possibilità di guarigione».

Sempre per le forme avanzate, nel 2021 sono stati presentati nuovi dati su una nuova categoria di farmaci che promette di essere particolarmente efficace nel tumore della mammella: gli anticorpi farmaco-coniugati. In particolare (disponibile in Italia con un programma di early access garantito gratuitamente dall’azienda produttrice) sacituzumab-govitecan è un anticorpo monoclonale caricato con molecole di un potentissimo chemioterapico che, grazie al legame con l’anticorpo, non viene liberato nel sangue ma giunge alla cellula tumorale e viene rilasciato solo al suo interno.

C'è poi un altro farmaco di questa nuova categoria (datopotomab-deruxtecan), ma ancora in una fase precocissima di sperimentazione, anche se i risultati sono estremamente promettenti e sembra essere particolarmente efficace nei tumori al seno triplo negativi».