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Gallerie riunite: “Il Dono” di Matteo Lucca

Scritto da Luca Murolo Il . Inserito in Mostre

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Sabato 26 marzo 2022, nella centralissima via Cavallerizza a Chiaia, prende il via il nuovo progetto espositivo Gallerie Riunite, una collaborazione tra due spazi già attivi e molto noti in città, la PRAC di Piero Renna e Intragallery delle architette Rosa Francesca Masturzo e Annamaria De Fanis, con la personale di un giovane artista romagnolo, Matteo Lucca.

Nato a Forlì nel 1980, si laurea all’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Il suo percorso artistico che lo porta a questa esposizione nasce da un antico rito Buddista tibetano, che lo colpisce profondamente e ne influenza i lavori degli ultimi anni.                                                                             Gallerieriunite, la neo-nata “joint-venture”, ce li propone con questa mostra, che con il nome “Il Dono”, va dritta al discorso creativo dell’autore e consiste in alcune sculture antropomorfe a grandezza naturale, realizzate con un materiale a dir poco originale, il pane, ed altre più piccole, in terracotta.

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Il pane viene cotto, alle volte lasciato anche un po’ bruciare, ed offerto al prossimo, ma anche ad animali, o addirittura lasciato lì, in natura, abbandonato. Dato come nutrimento, nel più arcaico dei riti. Come cibo, non mera offerta mistica, ma anche metafora di amicizia, unione, legame primordiale, in cui viene coinvolta ogni forma di vita, umana ed animale. Il pane come offerta.    

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E da qui “Il Dono”.                                                                                                                                                                          

Le figure bruciacchiate, smangiucchiate e contorte, hanno si qualcosa di inquietante, ma mai respingente o spaventoso, piuttosto di mistico, di antico, come le più antiche religioni animiste avevano nel cannibalismo un atto di offerta, per assimilare le doti ed i pregi della persona, attraverso la carne mangiata, in un atto bensì che di orrore, di amore, fino ad arrivare al più classico e cristianissimo “Questo è il mio corpo, prendete e mangiate”. Ed era appunto pane, che Gesù spezzava simbolicamente, offrendolo ai suoi discepoli.

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Matteo parla di “affidamento ed inciampo”, quelle che sono le parole chiave del suo percorso artistico, dove l’atto finale della sua scultura, una volta messo l’impasto per il pane negli stampini, non è più sotto il suo diretto controllo, ma può prendere, durante la lievitazione e la cottura, la forma, che la sua stessa opera vuole. E si affida perché si lascia andare, in un umanissimo percorso dove è implicitamente previsto anche l’errore. Dove il Corpo è centrale ed è nutrimento e legame. Amicizia ed amore. Fin dagli albori della creazione, dove le prime credenze, sotto un impulso primordiale, sono legate agli eventi più elementari, il nutrimento è centrale, e così sarà per tutti i tempi, fino ad oggi, dove passando per Cristianesimo e Buddismo, il corpo diventa ancora nutrimento e cibo, riutilizzando tessuti ed organi per esser trapiantati. 

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Amore ed amicizia. Il Dono è l’eterna offerta, che superando il proprio essere, si connette con l’umanità intera e la natura stessa, in un insieme cosmico.

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