TOUR DELLA LEGALITÀ IN CAMPANIA 2022: SPUNTI DI RIFLESSIONE
Dal 20 aprile al 5 maggio, in diversi Comuni della Città metropolitana di Napoli e in altre località delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, la Regione Campania ha portato avanti il tour della legalità per sensibilizzare e informare i cittadini sui gravi problemi che piaghe come l’usura e il racket possono comportare alla società tutta e per mettere a disposizione di chi è vittima degli aguzzini, gli strumenti utili alla prevenzione e al contrasto dell’odioso fenomeno.
Com’è noto, la criminalità organizzata campana incassa, dall’estorsione e dalle attività di strozzinaggio, intorno ai due miliardi di euro all’anno.
La lotta al fenomeno del racket e dell’usura consta sia di misure repressive nei confronti di coloro che gestiscono le attività illegali, sia di misure di tutela e di sostegno alle vittime da parte dello Stato.
Accanto alle Istituzioni operano le Associazioni antiracket e antiusura, impegnate in progetti di accompagnamento e supporto a coloro che si ribellano a tali fenomeni delinquenziali [1]. La legislazione in materia si basa sul fondamentale principio di offrire un incentivo alla denuncia da parte delle vittime, attraverso la garanzia della protezione dello Stato a chi collabora con le istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata, mettendo spesso a rischio la propria incolumità personale, quella della propria famiglia e il proprio patrimonio. In base al principio di solidarietà, ispiratore dell’intera disciplina, lo Stato si fa carico del costo derivante dalle denunce degli operatori economici, per contrastare in modo efficace i fenomeni criminosi e per garantire sostegno e solidarietà ai cittadini che si ribellano al racket e all’usura.
Gli ultimi interventi del legislatore hanno consentito di rafforzare le strategie di contrasto a questi reati, soprattutto nel caso dell’usura, attraverso l’inasprimento delle pene previste e l’introduzione di specifiche figure di sequestro e confisca obbligatoria dei beni, volte a colpire l’illecita accumulazione di capitali da reinvestire in attività criminose.
Numerosi sono stati nel corso degli anni gli interventi del Terzo Settore che, il più delle volte, si è trovato a dover fare da apripista nel creare delle dinamiche di solidarietà per fare rete e contrastare i fenomeni del racket e dell’usura. Tra le associazioni antiracket più note e attive sul territorio vi è la FAI che prosegue ormai da circa 30 anni la sua primaria attività di sensibilizzazione volta ad incoraggiare le vittime a denunciare i loro strozzini ed estorsori.
Fare rete vuol dire innanzitutto riconoscere un ruolo fondamentale alla cittadinanza attiva che raccoglie in prima istanza tutte le criticità di un territorio, prima che il Legislatore riesca a raccoglierle, facendole confluire in un’organica regolamentazione.
Nel corso dei lavori, è stato poi sottolineato che la sola attività repressivo-sanzionatoria è da sola insufficiente ad arginare i fenomeni anzidetti. In particolare, l’usura continua a rappresentare, oggi come allora, l’aspetto più preoccupante poiché ancora caratterizzata da un alone di pregiudizio nei confronti delle stesse vittime che, in un momento di disperata necessità, si rivolgono agli strozzini.
Proprio per tale motivo è necessario perseverare nel processo di sensibilizzazione, partendo soprattutto dai giovani e dalle istituzioni scolastiche che hanno il compito di approfondire e completare la cultura della legalità, per fare in modo che gli studenti di oggi siano adulti consapevoli un domani.
Nel nostro territorio, e in particolare nel napoletano, il fenomeno estorsivo è radicato e pervasivo e le misure messe in campo dalle istituzioni – quali, ad esempio, il fondo di solidarietà stanziato dal Ministero dell’Interno per le imprese vittime di racket – non sono sempre facili da attuare a causa della presenza di alcune “zone grigie”, a metà strada fra il legale e l’illegale, che rendono più difficoltoso accedere al fondo.
Ciò accade, specialmente, quando le imprese hanno un sommerso che ex post è più difficile da dichiarare.
Tra gli illustri relatori della campagna, che a Napoli si è tenuta a Piazza del Gesù il 29 aprile e a Pianura il 2 maggio, alla presenza di numerosi esponenti di associazioni, scuole e forze dell’ordine vi sono il Prefetto Mario Morcone, Assessore alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione della Regione Campania; il Dott. Pasquale Del Prete, coordinatore FAI in Campania; il Prefetto Santi Giuffrè, Commissario Antiracket della Regione Campania e l’ex Questore Antonio de Iesu, Assessore alla legalità del Comune di Napoli.
Fonti:
[1]https://www.interno.gov.it/sites/default/files/vademecum_racket_e_usura.pdf