Nera D’Auto da WeSpace

La poliedrica galleria di Vico vasto a Chiaia, questa sera ci propone un’artista nostrana, Nera D’Auto, con l’esposizione “Non c’è il nero nell’arcobaleno”.

Nera nasce a Salerno, dove dopo aver frequentato il Liceo Artistico, svolge varie attività, senza mai distaccarsi dal mondo dell’arte, che l’ha attratta sin dalla tenera infanzia, ma è nel Cilento, a Roccadaspide, che muove i suoi primi passi da artista, con una personale nel 1981.        Legata fortemente a questa terra, dove il padre ha una sartoria, ne trae i suoi primordiali spunti creativi, giocando con ritagli di stoffa colorati, mescolandoli fantasiosamente, ed è qui che si trasferirà, ed attualmente vive e lavora.

Figlia del suo tempo, è influenzata dall’astrattismo, le sue immagini, le sue forme oniriche sono un incontro di colori, più Kandinsky che Mondrian, la luce è la sua eterna ricerca, quasi un’ossessione.

E lo spazio, che delimita e dilata magistralmente, con tagli e buchi, le famose “bolle”, su cui sviluppa un intero lavoro, “Bolle-Respiro dell’Universo”, dove si ispira e rielabora il “Concetto spaziale “ di Lucio Fontana, creando movimenti tra i colori forti della sua variegata tavolozza, ed a farla da padrona è la luce, che plasma i corpi, dotandoli di una forza prorompente.

“Non c’è il nero nell’arcobaleno” è la naturale evoluzione del suo percorso artistico, usando colori come tagli, buchi e forme evanescenti, non usa dissolvenze cromatiche, ma un atto che prevede un approccio fisico alla materia. Nera, entrando apparentemente in contrasto con il suo stesso nome, in realtà ci ricorda che il Nero, non è un colore, ma la somma di tutti i colori.

C’è molto oro in quest’esposizione di quadri, e l’artista orgogliosamente mi spiega che non è medioevale opulenza, ma luce. Oro come luce pura, oro come un raggio di sole, che taglia, sintetizza, e mette nella sua opera con la naturale fierezza di chi con i colori ha dimestichezza, e nessuna vergogna ad usarli, forti e netti, così come sono. Nera crea anche abiti, forse retaggio dell’esperienza giovanile nel laboratorio sartoriale paterno. Li inventa, li taglia, ne dipinge le stoffe. Li indossa. Si diverte.

Con le sue opere gira il mondo, partendo dalla sua amata Roccadaspide, e la natia Salerno, espone un po’ ovunque, ed approda anche in India, da dove torna arricchita dai riscontri che lì trova, nelle filosofie orientali, con concetti che già le appartengono, l’energia che circonda ogni cosa e che è presente nell’aria stessa che respiriamo.