La stampa della Rivoluzione Francese (seconda parte)
Tra il 1790 e il 1791 il panorama della stampa rivoluzionaria si arricchì di alcune testate popolarissime: la ‘Bouche-de-Fer’ di cui era proprietaria e direttrice una giovane e avvenente donna, la signorina Louise Kéralio che sposò poi Robert, legandosi al club dei cordiglieri. La ‘Bouche-de-Fer’ fu il primo giornale a dichiararsi repubblicano subito dopo la fuga di Luigi XIV a Varennes.
Nel 1791 apparvero anche l’ ‘Amis des citoyens’ di Jean-Lambert Tallien; ‘le Répubblicain’ di Condorcet; ma soprattutto “esplose” il ‘Père Duchesne’di Jacques René Hebert. C’erano altri due giornali satirici che portavano lo stesso nome ma l’apparizione del foglio di Hebert li fece sparire. Il ‘Père Duchesne’, rivoluzionario estremista, dissacrante e impietoso fino alla crudeltà, ebbe subito grandissimo seguito. Sembra abbia raggiunto, in alcuni casi, le 600.000 copie. Nell’ambito dei giornali satirici va anche segnalato il monarchico ‘Petit Gautier’ fondato da Gautier de Syonnet.
A sé stante, per la sua impostazione “a doppio fondo” fu il ‘Courrier Universel’ (nato nel 1792) diretto da un giornalista di grande talento, Nicolas de Ladevère, il quali riuscì a camuffare per rivoluzionario un foglio nettamente reazionario. Al centro di aspre polemiche fu il ‘Thermomètre du Jour’ del convenzionale Delaure (fondato nel 1791) quando si scoprì che era regolarmente sovvenzionato dai girondini. Non del tutto limpida fu anche la posizione politica de ‘Le Cosmopolite’ uscito nel 1790 a opera di Pierre-Jean Proly (che col giornale riuscì a rifarsi una fortuna dopo aver sperperato le sostanze paterne) quando si scoprì che era figlio naturale del principe von Kaunitz, grande esponente della corte austriaca e già ministro di Maria Teresa.
Al centro di un clamoroso caso giudiziario fu l’ ‘Ombre de Marat’ uscito nel 1793 dopo la morte del grande rivoluzionario, a opera dei cordiglieri Roux, Leclerc e Vallet: vi fu chi sospettò, nell’ordine di soppressione, le pressioni di Hébert che ne temeva la concorrenza. Ancora nel 1793 vide la luce il montagnardo estremista ‘Rougyff’, una curiosa testata che nascondeva in un anagramma il nome del direttore, l’avvocato Armand-Benoit Guffroy. Nell’ambito dei giornali nati durante la Rivoluzione non va dimenticata la patriottica iniziativa di Filippo Buonarroti che nel 1790 diede vita, in Corsica, a ‘L’amis de la liberté italienne’.
Per saperne di più: La stampa della Rivoluzione Francese (prima parte)