Kyiv, da Kherson ai confini: “Entro fine anno potremmo arrivare in Crimea”.
Volodymyr Havrylov, viceministro della difesa ucraino, si dice così fiducioso circa una totale ripresa dei territori ucraini, annessi in via ufficiosa ma illegale a Mosca, tramite il referendum-fantoccio dello scorso settembre, da programmare un piano ancor più ambizioso, arrivare entro fine anno in Crimea: “L'arrivo dei nostri soldati in Crimea è solo una questione di tempo, accadrà prima o poi. Un evento inatteso come il collasso del regime di Putin potrebbe permetterci di riprendere l'intera Crimea entro la fine di dicembre. Si tratta di una possibilità che non va esclusa”, così a Sky News.
Il piano di Havrylov getta quindi le basi su un complesso sistema di resistenze umane, messe allo stremo dalle condizioni durissime, spesso senza riscaldamento, né elettricità, e colpi di fortuna improvvisi che potrebbero semplificare la vittoria. L’evento citato dalla precedente dichiarazione infatti dovrebbe essere, a detta dello stesso viceministro, un’insurrezione da parte del popolo russo o il capovolgimento dall’interno delle alte sfere del potere manipolate dallo zar oppure, ancora, l’improvvisa sparizione di Putin: scenari improbabili, certamente non impossibili, ma a cui converrebbe, per buon senso, non aggrapparsi.
Sta di fatto che la difesa ucraina stima una durata del conflitto terminante la prossima primavera: “La fine del conflitto potrebbe avvenire anche solo perché la Russia avrà la necessità di rinforzarsi. La gente ha pagato con il sangue e abbiamo compiuto sforzi enormi per raggiungere questi risultati. Tutti in Ucraina sono consapevoli del fatto che qualsiasi ritardo o congelamento del conflitto costituirebbe solo una nuova fase di questa guerra contro l'esistenza dell'Ucraina” e il viceministro si dice fiducioso della forza d’animo dei soldati ucraini, né il freddo, né il timore della bomba nucleare faranno vacillare di un centimetro il desiderio di rivalsa sull’invasore.
Nel mentre però il timore di escalation è sempre più palpabile: le sanzioni contro Mosca non arretrano, i supporti della comunità internazionale a Kyiv nemmeno e, nel mentre, il Cremlino, tesse la tela di ulteriori rapporti internazionali per garantirsi interlocutori o aiuti per il futuro, non a caso si parla già da tempo, con dati sempre più allarmanti come riportato dal Washington Post, di rapporti commerciali e strategici con Teheran, in particolar modo per la produzione dei droni, e del recente incontro tra Putin e il presidente cubano Miguel Diaz-Canel Bermudez.